Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un amore e il peso del passato
L’esordio letterario di Forte: il coraggio delle scelte e la fatica di essere se stessi
Quanto è difficile costruire un amore? E quanto la ricerca della relazione perfetta coincide con un altro percorso, più profondo, che non finisce mai, la costruzione di sé. A questi interrogativi cerca di rispondere il romanzo d’esordio di Filippo Forte, manager Fidia che vive tra Padova e Roma, U#U Il peso del passato (Linea Edizioni). È un viaggio dentro l’uomo e i sentimenti, quello che scorre tra le pagine del romanzo. Il racconto della fatica di essere se stessi, trovare la propria voce e il proprio posto nel modo. Ma è anche una grande storia d’amore, perchè spesso la crescita autentica, il passaggio all’età adulta, è scandito dalle contraddizioni e dalla sofferenza di relazioni che sono il cammino verso la maturità. Così Filippo Forte, si è immerso in sofferenza, contraddizioni e tormenti proprio nel recente periodo del lockdown e in quella manciata di mesi ha scritto il suo primo romanzo.
«Nel silenzio dell’isolamento - spiega l’autore - . ho sentito urgente dentro di me la necessità di esprimere considerazioni maturate negli ultimi anni, tramite le esperienze vissute da tante persone incontrate lungo il mio cammino, che poi ho tratteggiato nei miei personaggi. Eroi invisibili per il coraggio di vivere problematiche sociali ed esistenziali del nostro tempo che giacciono sotto la coltre dell’indifferenza».
La storia è ambientata in gran parte a Padova, tra piazze e portici, palazzi storici e giardini, cene all’osteria dei Fabbri e serate al Pride Village in Fiera. Un luogo che Forte conosce bene, perchè ormai da molti anni è diventato sua città d’adozione.
I protagonisti, Matteo e Federico, si incontrano per caso durante un trekking in montagna. Scocca la scintilla, nasce un amore travolgente, ma difficile e combattuto, come ogni grande sentimento.
«Mi sono calato sia nei panni di Matteo che di Federico, i due protagonisti - fa sapere Filippo Forte - . Ho cercato di guardare la realtà da punti di vista diversi. Analizzare ciò che accade da angolazioni differenti, aiuta a fare pace anche con episodi dolorosi».
Nel racconto avviene «la metamorfosi da crisalide a farfalla, che solo l’amore sa compiere», scrive Roberto Pazzi nella prefazione.
E la psicologa e psicoterapeuta Vera Slepoj, che ha firmato l’introduzione al romanzo, evidenzia: «È un doloroso affresco sulla fatica di essere se stessi». Non mancano i risvolti duri da affrontare: il pregiudizio e l’ignoranza che ancora nella società contemporanea riescono a minare e demolire l’esistenza di persone omosessuali, il tema dell’aids e della sieropositività, che l’emergenza Covid-19 sembrava avere cancellato, ma invece sono una dolorosa realtà con cui fare i conti.
«Quando due persone si incontrano e si innamorano, devono calare nella irripetibile perfezione dell’incontro un io del passato che grava come un’incognita, l’altro se stesso che spesso teme e si vorrebbe poter cancellare, ma che è stato invece così necessario per poi diventare la persona che si è oggi», scrive ancora Pazzi, chiarendo bene il percorso tra vita vissuta e vita interiore attraverso cui Forte guida il lettore nel romanzo.
Vera Slepoj sottolinea: «Le scelte di vita che presentano il conto riguardano l’impossibilità di mettere sul piano razionale gli eventi. Saper raccontare una bella storia non è solo questione letteraria, è la capacità di saper leggere dentro se stessi con il coraggio e la forza di capire e sentire, perché tutto ciò diventa il manifesto di ciò che sei, eri o sei diventato. Filippo Forte sente il bisogno delle utopie e dei sogni, ma prova anche il desiderio di concretezza nelle illusioni. Sullo sfondo sono tratteggiati infiniti frammenti di vita, con un realismo chiaro, senza seduzioni verso il lettore, senza falsità di sentimenti».
Una narrazione cristallina e avvincente, che riesce a coinvolgere nella storia e contemporaneamente porta a immergersi in quell’«io» interiore profondo, che spesso tendiamo ad accantonare, ma che in realtà è il motore principale di ogni nostra azione.
Un esordio letterario che sorprende, trascina pagina dopo pagina e innesca interrogativi.
Scrive Filippo Forte: «Siamo fatti di carne e sentimenti: rabbia, rancore, amore, dubbi, pensieri, frustrazione, dolore. Cosa succede quando esprimiamo tutto questo? Ci siamo mai chiesti se siamo in grado di farlo?».