Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Niente mascherine», 5 locali chiusi
Dal disco-bar al ristorante cinese, l’intervento dei vigili. Su segnalazione dei cittadini
Dal disco-bar al ristorante cinese, passando per il fast food. I controlli della polizia locale tra la sera di domenica e la mattinata di martedì hanno portato alla chiusura (per 5 giorni) di cinque esercizi pubblici per l’inosservanza delle disposizioni di prevenzione legate all’emergenza coronavirus: clienti, camerieri o titolari beccati senza mascherina. Gli interventi, stavolta in zone più periferiche della città, sono avvenuti su segnalazione dei cittadini.
Dal disco-bar riservato agli asiatici al ristorante cinese, passando per il fast food «made in Bangladesh»: i controlli a tappeto effettuati dalla polizia locale di Padova tra la sera di domenica 9 e la mattinata di martedì 11 agosto hanno portato alla chiusura di cinque esercizi pubblici per l’inosservanza delle disposizioni di prevenzione legate all’emergenza coronavirus. Saracinesche abbassate per cinque giorni e 400 euro di multa per il Ktv Disco Bar di via Giotto 29, il Bangla Fast Food di via Tiziano Aspetti 14, i ristoranti cinesi Antica Cina e Lago di Sole - rispettivamente in via Valeri 29 e via Vigonovese 46 - e il Bar Eden di via Madonna della Salute 41, ovvero cinque locali più periferici rispetto al centro storico vero e proprio, presidiato nelle ultime settimane. E se il reparto di controllo dell’attività amministrativa della polizia locale è riuscito ad andare a colpo sicuro, lo si deve alle segnalazioni dei cittadini, che hanno notato e indicato precise e ripetute mancanze di cautela da parte di titolari e camerieri. I quali, ad esempio, non solo lavoravano senza indossare la mascherina, ma maneggiavano anche gli alimenti che poi sarebbero stati consumati dai clienti senza guanti e pinze, dispositivi previsti dall’emergenza epidemiologica. Infrazioni alle quali si aggiunge la possibilità data agli avventori di accedere al locale senza mascherina, contravvenendo così alla più elementare delle norme anti-covid.
Ma non solo: nel caso del bar di Mortise, ad esempio, una volta entrati i clienti potevano continuare a non indossarla anche mentre giocavano con le slot machine nell’apposita sala riservata. Una serie di violazioni che ha dunque portato alla chiusura temporanea degli esercizi, i quali hanno però cercato di sviare l’attenzione sullo stop obbligatorio arrivando anche ad applicare in fretta e furia sulle serrande cartelli in cui vengono indicate delle improvvise «chiusure per ferie», e proprio della durata di cinque giorni. Uno stratagemma, anche comprensibile, a cui hanno ricorso i gestori del «misterioso» locale di via Giotto, a metà strada tra piazza Mazzini e i Giardini dell’arena: un’anonima saracinesca, infatti, nasconde completamente l’ingresso di quello che, dopo una rapida indagine, sembra essere a tutti gli effetti un circolo privato. La conferma arriva da una negoziante della zona: «Di solito rimane aperto fino a tarda notte, e l’ingresso è consentito solo ai cinesi o comunque alle persone di origine asiatica: un paio di miei amici hanno provato a entrare per curiosità ma sono stati “rimbalzati” all’ingresso in quanto padovani. Cosa fanno all’interno? Anche karaoke, ma la musica in generale è sempre molto alta e disturba i residenti. Non mi stupisce che sia stato chiuso: lo scorso weekend era pieno di gente, e tutti senza mascherina».
Promette Diego Bonavina, assessore con delega alla sicurezza urbana e alla polizia locale: «I nostri controlli, come preannunciato, continueranno senza sosta anche nei prossimi giorni, sia nei locali del centro storico e del comparto piazze che in quelli presenti nei quartieri e nei rioni periferici, a tutela della salute di tutti noi».
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L’assessore Bonavina
Come annunciato, continueremo i controlli a tutela della salute anche nei prossimi giorni