Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Ora il turismo rimpiange le crociere «Avrebbero aiutato la ripartenza»

Gravi le perdite per le guide, i trasportat­ori e i commercian­ti

- Pierfrance­sco Carcassi

Non solo i portuali. L’addio delle crociere colpisce a cascata tutto l’«ecosistema» di lavoratori che con i passeggeri delle grandi navi ci campa, in città e fuori. Un comparto che sembrava granitico - oltre 4mila posti di lavoro a fronte di 1,2 milioni di passeggeri annui (dato del 2018) provenient­i del porto turistico, quasi 9 su 10 legati alle crociere - che ora trema. La filiera comincia prima dell’imbarco: c’è chi si occupa di fare la spola tra aeroporto e terminal Marittima con i passeggeri e di scortarli in città. «La metà del nostro lavoro è dedicata al crocierism­o – dice Manuel Scarpa del direttivo dell’associazio­ne Accompagna­tori e interpreti turistici del Veneto, un centinaio di affiliati a Venezia – ma alcuni raggiungos­ioni no percentual­i più alte. Anche senza gli americani, con le crociere per target europeo ci saremmo potuti rialzare almeno in parte».

Stesso discorso per le agenzie che gestiscono gli arrivi a terra e organizzan­o escursioni. «Il blocco delle navi ci sta paralizzan­do - spiega Stefania Melina, vicepresid­ente di Itc Normalment­e ogni mese c’erano circa un migliaio di passeggeri con buona capacità di spesa, che dormivano due o tre notti in strutture dalle quattro stelle in su. Noi li accompagna­vamo in escuranche fuori Venezia, come Verona o nelle colline del Prosecco, fino a Mantova o nelle zone del Parmigiano per fare degustazio­ni». C’erano poi i crocierist­i che passavano solo un giorno in città: erano la linfa dei commercian­ti specializz­ati in quelli che il presidente di Confcommer­cio, Massimo Zanon, definisce «acquisti di impulso», mascherine e souvenir comprati sull’onda dell’euforia vacanziera. «Soffrono anche le attività di catering, vendita dei biglietti per i tour, servizi a terra e a bordo delle navi, e pulizie dice - La ristorazio­ne è quella che viene penalizzat­a per prima dall’assenza di chi scende a Venezia per poche ore. È chiaro però che tutti stanno perdendo».

Qualcuno un po’ meno. Gli albergator­i, ad esempio, visto che i passeggeri delle navi che sceglievan­o di alloggiare in città prima di imbarcarsi o una volta a terra sono una quota esigua del totale. «Non siamo grandi beneficiar­i delle crociere – spiega il direttore dell’associazio­ne veneziana albergator­i, Claudio Scarpa – ma c’era un mercato costituito dalle persone che si fermavano negli hotel pagati dalle compagnie. Quest’anno anche una piccola mancanza nel fatturato spicca di più visto il tasso esiguo di occupazion­e delle camere. Siamo preoccupat­i e siamo d’accordo che le navi vanno spostate spostare da San Marco ma devono rimanere a Venezia». I sindacati concordano: «Le crociere sono un asset importante – dice Marino De Terlizzi, Fit Cisl – una volta contenuto il Covid il tema delle crociere rimane e va risolto di concerto». Intanto, i rimorchiat­ori sono in solidariet­à per il calo del 30 per cento del lavoro. E sulle banchine cresce l’erba. «È alta quasi un metro: cosa mai vista», giurano i portuali.

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