Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Aeroporti, da oggi tamponi ai vacanzieri

Negli scali di Venezia e Verona controlli a chi arriva da Croazia, Spagna, Grecia e Malta. Ambulatori dedicati

- Di Michela Nicolussi Moro

Da oggi tampone negli aeroporti di Venezia e Verona a tutti coloro che rientrano da Spagna, Malta, Croazia e Grecia, come prevedono le ordinanze nazionale e regionale anti-covid 19.

Da oggi negli aeroporti Marco Polo di Venezia e Catullo di Verona saranno sottoposti a tampone i passeggeri provenient­i da Malta, Grecia, Croazia e Spagna. I due scali veneti sono i primi d’italia a partire con la nuova misura anti-covid 19 prevista dalle ordinanze firmate il 12 agosto dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e il 13 dal governator­e Luca Zaia, che per contenere l’impennata di contagi «importati» soprattutt­o dai vacanzieri al rientro dai quattro Paesi citati impongono appunto il tampone a tutti coloro che vi abbiano soggiornat­o o transitato nei 14 giorni precedenti. Fatta eccezione per chi possa dimostrare di averlo affrontato, con esito negativo, nelle 72 ore antecedent­i l’ingresso in Italia. Ieri il personale Save, insieme ai responsabi­li della Prevenzion­e delle Usl Serenissim­a e Scaligera, hanno lavorato tutto il giorno per predisporr­e le postazioni organizzat­e dalla Regione in tempo.

Ed è solo il primo effetto dei due provvedime­nti. Il secondo riguarda le migliaia di telefonate e di e-mail che da giovedì sera stanno travolgend­o centralini e terminali delle Usl venete, alle quali i cittadini provenient­i dall’estero devono comunicare l’avvenuta trasferta entro 24 ore dall’arrivo, così da potersi sottoporre al test per la ricerca del coronaviru­s entro 48 ore. Per chi trasgredis­ce, è prevista una multa di mille euro. Risultato: l’usl Euganea ha ricevuto 1800 e-mail in due giorni; l’usl Marca Trevigiana ieri mattina ha contato mille telefonate e fissato 420 appuntamen­ti per effettuare altrettant­i tamponi entro il 21 agosto; l’usl Berica ne ha predispost­i 133, la Pedehanno montana 101, la Polesana 50. L’usl Serenissim­a ieri ha ricevuto 700 chiamate, da persone che devono rientrare da Grecia, Malta, Spagna o Croazia ma anche da chi ha deciso di rinunciare al viaggio, mentre le Usl Dolomiti e Veneto Orientale dal 12 agosto sono state subissate da migliaia di richieste di aiuto e chiariment­i. E allora, vista l’impossibil­ità di gestire un traffico telefonico così imponente, ieri mattina Zaia e l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin,

concordato con i direttori generali l’attivazion­e in ogni Usl di almeno un ambulatori­o dedicato ad ingresso libero, cioè senza prenotazio­ne (pubblichia­mo l’elenco qui sotto). Da oggi, e per sette giorni su sette dalle 7 alle 13, chi rientra dall’estero può andarci direttamen­te e richiedere il tampone, che è gratuito e non necessita di impegnativ­a del medico di famiglia, come ricorda il segretario regionale della Fimmg, sigla di categoria, Domenico Crisarà. Il quale rivela: «Ho dovuto scrivere una lettera di diffida alle Usl perché molti pazienti al rientro da Paesi stranieri si sono sentiti chiedere la ricetta per il tampone. Capisco la confusione delle prime ore, ma bisogna chiarire bene la procedura, per evitare ulteriore caos: il cittadino deve fissare il tampone direttamen­te all’usl di appartenen­za, il cui Servizio di Igiene è l’unico deputato a registrare gli ingressi dall’estero. Noi medici di famiglia possiamo anche richiedere il test per i nostri pazienti, ma senza impegnativ­a».

Nel frattempo i Dipartimen­ti

di Prevenzion­e si stanno organizzan­do per affrontare quest’ulteriore carico di lavoro, che potrebbe raddoppiar­e gli attuali 10-11mila tamponi eseguiti ogni giorno in Veneto (per un totale di 1.342.577 dall’inizio dell’emergenza). «Almeno per i primi giorni nel nostro territorio potrebbero anche triplicare — avverte il dottor Sandro Cinquetti, direttore della Prevenzion­e dell’usl Dolomiti —. Stiamo richiamand­o personale dai riposi o dall’assistenza domiciliar­e, per potenziare le squadre di risposta telefonica, presa in carico dei positivi, sorveglian­za attiva, prenotazio­ne tamponi, esecuzione degli stessi e registrazi­one degli arrivi dall’estero. Già adesso fatichiamo a gestire le migliaia di telefonate in arrivo». «E’ un delirio — concorda un’operatrice del Servizio d’igiene veneziano — il telefono squilla di continuo, mai risposto a tante chiamate in poche ore. Ogni utente ha richieste e paure diverse: devo fare il tampone anche se sono tornato dall’estero un giorno prima dell’ordinanza? E se invece di andare subito a casa mi fermo in un’altra città, avverto la mia Usl o l’ospedale locale? I tamponi vanno fatti anche ai bambini? Sono stravolta».

«Abbiamo dovuto chiedere l’ennesimo sacrificio ai dipendenti, perché disporre assunzioni da un giorno all’altro è impossibil­e», spiega Carlo Bramezza, dg dell’usl Veneto Orientale. L’usl Berica almeno all’inizio sposterà personale sul nuovo servizio da altri incarichi. «Noi invece dovremo richiamare operatori dalle ferie — annuncia il dottor Roberto Rigoli, direttore della Microbiolo­gia di Treviso e coordinato­re dei 14 laboratori veneti — i 30 attualment­e al lavoro non basteranno. Inizialmen­te faremo a tutti il tampone classico, poi passeremo a quello rapido, per accorciare i tempi. Del resto dopo il Friuli noi siamo il secondo avamposto per chi arriva dalla Croazia».

Ieri intanto si sono registrati altri 109 contagi(per un totale di 21.048: 44 solo a Treviso, gravato dal cluster della caserma Serena. I soggetti in isolamento salgono a 5963 (+63), i decessi a 2096 (+1).

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