Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Autorità, Brugnaro vuole l’autonomia «Venezia tradita»

Il sindaco accusa i parlamenta­ri Pd: «Nessun potere in laguna». Emma Thompson coi No Nav

- Di Francesco Bottazzo

Ha letto e riletto il decreto del Consiglio dei ministri e, alla fine, il verdetto del sindaco Luigi Brugnaro è tranchant: «Hanno creato il solito carrozzone romano, Venezia è tagliata fuori». Il soggetto è l’autorità per la laguna, che gestirà Mose e salvaguard­ia. L’unica soluzione: «L’autonomia del Veneto e di Venezia». E sul sit-in dei No Nav contro le crociere: «Scandaloso».

«È il solito carrozzone romano, Venezia continuerà a non poter decidere niente». L’ha letto e riletto, pensando di sbagliarsi, ma non era così, il decreto Agosto che istituisce l’autorità della laguna di Venezia «snobba» Comune, Città metropolit­ana e Regione. «La maggioranz­a dei componenti è statale, il presidente viene scelto “sentito il sindaco e il presidente della Regione” e non di concerto. Praticamen­te non tocchiamo palla, come succede oggi, questo è un esproprio alla città nel suo diritto fondamenta­le», dice il sindaco Luigi Brugnaro nel giorno in cui i No Nav festeggian­o con una manifestaz­ione il mancato arrivo delle crociere a Venezia. Costa e Msc infatti per il prossimo mese e mezzo hanno scelto Trieste come porto dell’alto Adriatico.

«Trovo scandaloso che radical chic di varia estrazione possano festeggiar­e la perdita di lavoro di migliaia di persone - interviene il sindaco - È giusto protestare contro il passaggio a San Marco, ma poi bisogna trovare soluzioni alternativ­e che rispettino tutti». Ieri è intervenut­a anche

Emma Thompson, che da qualche mese ha la residenza a Venezia, appoggiand­o la battaglia dei No Nav. «Sono a fianco dei cittadini che protestano contro il ritorno della navi da crociera che mettono a rischio la fragilità di Venezia», ha detto in un breve video diffuso su internet l’attrice premio Oscar Emma Thompson.

A Punta della Dogana ieri c’erano una trentina di persone per ribadire la loro posizione: «Grandi Navi né ora né mai» e «Rompiamo il ricatto salute-lavoro», gli slogan, quest’ultimo un invito ai lavoratori portuali che ieri avrebbero dovuto manifestar­e una posizione opposta. «La nostra protesta è saltata perché la questura ci ha diffidato in quanto non avevamo le autorizzaz­ioni - spiega Marco Gorin, presidente del Gruppo ormeggiato­ri del porto di Venezia - nei prossimi giorni chiederemo un incontro con prefetto e questore perché migliaia di famiglie sono messe alla fame dalla volontà di uccidere il porto e le crociere». La richiesta dei portuali è che la navi ritornino al più presto. «Non siamo in contrappos­izione ai lavoratori — ha spiegato Tommaso Cacciari del Comitato No Grandi Navi – la nostra posizione è fuori le navi dalla laguna ma siamo pronti al dialogo per pensare uno sviluppo diverso del sistema portuale che tuteli il lavoro ma che sia sostenibil­e».

Per il sindaco la soluzione è quella stabilita dal Comitatone del 2017: Marghera per le crociere più grandi, Marittima tramite il Vittorio Emanuele, per quelle più piccole. «L’alternativ­a c’è ma non si è voluto applicarla - dice - Il lavoro non deve entrare in conflitto con l’ambiente, certa gente urla alle streghe e qualcuno ci crede. Impedire alle navi di venire a Venezia è un pessimo segnale: oggi si fermano le crociere, domani le altre navi con rischi pesantissi­mi per l’economia della città. Io sono per fare, le chiacchier­e le lascio ad altri». Quello di Brugnaro è un’entrata a gamba tesa contro i parlamenta­ri veneziani: «Il premier Conte è stato di parola aiutando i sindaci e le aree metropolit­ane stanziando tre

Il sindaco L’autorità è il solito carrozzone romano, la città non decide nulla

No Nav Ieri il sit-in contro il ritorno delle crociere in laguna

I portuali Ora sono in Cig e temono di perdere il posto di lavoro

miliardi - dice - La mia accusa principale va ai parlamenta­ri veneziani che lasciando i poteri ad altri, hanno tradito Venezia per avere in cambio cariche a Roma, così è stata commissari­ata la città». Ricorda l’emendament­o proposto dal deputato Pd Andrea Martella (oggi sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio) poi approvato, con cui i poteri dell’ex Magistrato alle Acque venivano trasferiti alla Città metropolit­ana. «Ha smentito se stesso, queste sono persone ondivaghe senza nessuna credibilit­à - attacca - Tutto si è fermato nelle pastoie romane in mezzo ai vincoli reciproci. Venezia sulla laguna non ha nessun potere, non ce l’ha sulle grandi navi e non ce l’ha nemmeno sul Mose. Vediamo se adesso i cittadini danno un segnale nell’urna elettorale».

Il sindaco dice non essere stato mai avvertito «tutto è stato gestito nelle stanze romane, per quello dico che c’è un forte legame tra Regione e Comune, tra autonomia del Veneto e autonomia della Città metropolit­ana, tra il presidente Zaia e me. È una battaglia comune». E se qualcuno gli obietta che lo Stato paga il Mose e quindi ha il diritto di poter avere le competenze la risposta è immediata: «Non pagano loro, paga lo Stato e quindi i cittadini. Hanno tradito la città, per avere cariche politiche».

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(Foto, Vision) La mobilitazi­one I No Nav ieri a Punta della Dogana
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