Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Maxi evasione, blitz nei centri estetici

Padova, erano associazio­ni ma solo sulla carta. Per la Finanza hanno nascosto 4,6 milioni

- Fusar Poli

Sulla carta erano associazio­ni; PADOVA in realtà erano otto centri estetici, nessuno provvisto di registrato­re di cassa, tutti retti da tre persone. Il trucco smascherat­o dalla Finanza di Padova è servito a nascondere al Fisco 4,6 milioni.

Coppia nella vita e negli affari. Anche quelli più «oscuri»: è partita da F.D., 49enne di Stanghella, e dalla sua compagna C.G., 51enne di Bagnoli di Sopra, la maxioperaz­ione «La Grande Bellezza» con cui la guardia di finanza di Padova, guidata dal colonnello Fabio Dametto, ha smascherat­o un sistema evasivo realizzato sfruttando una «catena» di centri estetici organizzat­i formalment­e come associazio­ni non riconosciu­te. Un meccanismo messo in piedi grazie anche alla collaboraz­ione di un 58enne di Este (già noto per irregolari­tà simili al pari della coppia in quanto operanti nel settore degli istituti di bellezza da molti anni): il trio è stato denunciato per il reato di occultamen­to di scritture e documenti contabili.

Scoperti in totale sei evasori: l’entità dei ricavi non dichiarati al Fisco è di circa 4,6 milioni di euro, a cui si aggiunge un mancato versamento di Iva pari a 915.745 euro. Lo stratagemm­a utilizzato è semplice: gli otto centri estetici individuat­i, riconducib­ili ad amici e familiari dei denunciati e disseminat­i tanto nel Padovano - Abano Terme, Conselve, Este, Monselice e Piove di Sacco - quanto a Dolo (Venezia), Lendinara (Rovigo) e Cortina d’ampezzo (Belluno), figuravano come una sorta di circoli «no profit» con ingresso limitato ai soli soci, stimati in circa 4.500 all’anno. Numeri imponenti, favoriti dal fatto che i saloni di bellezza non solo praticavan­o tariffe concorrenz­iali (grazie al mancato pagamento delle tasse) ma pubblicizz­avano anche la propria attività utilizzand­o un marchio comune e un unico sito Internet, con dei listini prezzi caratteriz­zati

Il trucco Sulla carta erano associazio ni: così frodavano il Fisco

dalla stessa grafica che lasciavano così intendere agli avventori di essere parte di un’unica «catena commercial­e».

Un cosa, però, accomunava veramente tutti i centri estetici in questione: l’assenza di registrato­ri di cassa, sebbene per ogni trattament­o fosse necessario corrispond­ere una specifica tariffa. Oltre alle otto associazio­ni, l’operazione della Finanza ha interessat­o altri sette soggetti economici - due società di capitali, due società di persone e tre ditte individual­i - gestiti dalla coppia e dal socio in affari, relativame­nte ai quali è stata constata l’omessa registrazi­one di operazioni imponibili, l’occultamen­to della documentaz­ione contabile e, in certi casi, anche l’omessa presentazi­one delle dichiarazi­oni fiscali.

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La guardia di finanza di Padova con uno dei pieghevoli dei centri estetici mascherati
(Bergamasch­i) Il tariffario La guardia di finanza di Padova con uno dei pieghevoli dei centri estetici mascherati

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