Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bimba contagiata «Siamo in ansia»
Il governatore Zaia : «Siamo in ansia per lei». Si studia il quadro clinico. Non aveva patologie pregresse
«Le condizioni della bambina ricoverata in terapia intensiva restano invariate e il quadro clinico è ancora molto complicato». Poche ma essenziali informazioni circolate da una fonte interna all’azienda Ospedaliera spiegano la situazione che tiene impiegati i medici dell’ospedale di Padova dove dalla scorsa settimana è intubata una bimba di 5 anni risultata positiva al coronavirus. La bimba era arrivata in Pronto soccorso giovedì scorso accompagnata dai genitori, respirava a fatica, era pallida e stanca. Subito assistita nel reparto dedicato di pediatria, dopo alcuni consulti medici è stata trasferita nella terapia intensiva diretta dal professor Ivo Tiberio, il primario che la segue costantemente insieme alla sua equipe. Intubata, resta tutt’ora in prognosi riservata in gravissime condizioni. Ieri è stata sottoposta a vari esami che nei prossimi giorni dovranno delineare il quadro clinico complessivo e chiarire alcuni aspetti ancora oscuri della sua malattia. Una vicenda che è monitorata da vicino anche dalla Regione come ha sottolineato ieri nel consueto punto stampa il governatore Luca Zaia: «Siamo molto preoccupati perché l’età è bassa. Ha una condizione generale davvero complessa e si sta facendo un’analisi differenziale per capire se la gravità dipenda dalla positività al coronavirus o da altri agenti patogeni. La situazione è monitorata con attenzione dai sanitari e spero tanto che se ne esca con un esito favorevole. Certo il quadro clinico è complicato».
Il vero nodo che i sanitari vogliono sciogliere è quello legato al fatto che la piccola degente manifesti in forma grave i sintomi della sindrome emolitico-uremica. Si tratta di una patologia che colpisce il sangue e i reni, solitamente associata a infezioni gastrointestinali. Quello che vogliono capire i dottori con le approfondite analisi a cui è stata sottoposta in questi giorni (e che proseguiranno anche nelle prossime ore) è proprio se il fatto che la piccola abbia contratto il coronavirus possa aver inciso con lo sviluppo della sindrome. Se così fosse si tratterebbe del primo caso al mondo. Finora il Covid-19 nei bambini, in casi sporadici, aveva mostrato una correlazione con lo sviluppo della sindrome di Kawasaki, ma non risultano ancora connessioni con altre sindromi. I controlli eseguiti sulla piccina serviranno proprio per dirimere questa spinosa questione, che diventa di fondamentale importanza per ottenere un quadro chiaro ed evoluto sulle ripercussioni che il coronavirus può avere nei piccoli.
Allo stato dell’arte sono comunque solo due le certezze: la positività e la gravità della sua condizione che ha imposto ai medici di sedarla e intubarla per salvarle la vita. Altro fattore non di poco conto è che la bambina fino al momento del ricovero non aveva altri tipi di patologie. Preventivamente è stata messa in isolamento domiciliare tutta la famiglia che non ha voluto rilasciare dichiarazioni per tutelare la privacy della minore. Da giovedì sono in corso anche tutti i tamponi agli altri parenti e a eventuali persone che sono state in contatto con lei per risalire al percorso che avrebbe compiuto il virus prima di colpirla.
La bimba manifesta in forma grave i sintomi della sindrome emolitico-uremica