Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lignano, lo sballo e la violenza in spiaggia: fermati tre ragazzi
Lignano, violenza alla 15enne: nei guai anche due albanesi
Era arrivata a Lignano per festeggiare Ferragosto in spiaggia, con gli amici. Ma per una 15enne del Veneziano, la serata si è trasformata in un film dell’orrore. Rimasta sola sul bagnasciuga, è stata aggredita e violentata da tre giovani. E nel rumore della festa, nessuno ha sentito le sue urla. Soccorsa, la sua testimonianza ha permesso di fermare due albanesi e un egiziano.
Continuano a ritmo serrato le indagini per fare luce sulla violenza sessuale subita da una quindicenne originaria di Padova e residente nel Veneziano a opera di due minorenni nella notte di Ferragosto. Teatro della brutale aggressione, l’arenile di Lignano. A quell’ora – circa l’una – era in corso una festa cui partecipavano moltissimi giovani. La musica, il caos, il vociare che accompagnava i tanti cin cin avevano impedito che le urla della ragazzina potessero essere ascoltate. Da sola, disperata e comprensibilmente sotto choc era riuscita comunque a chiamare i soccorsi. «Mi hanno violentata» era riuscita a dichiarare con voce flebile. Poco più tardi, i sanitari dell’ospedale di Latisana avevano confermato la veridicità del suo racconto.
Le indagini, scattate immediatamente – come ha confermato ieri il dirigente della Squadra mobile di Udine, Massimiliano Ortolan – si erano indirizzate su due fronti: la testimonianza degli amici della vittima e le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza installate a ridosso degli uffici spiaggia. Non molte ore dopo gli inquirenti avevano fermato tre giovani minorenni, due albanesi e un egiziano.
Ieri, comunque, la polizia ha continuato a sentire le testimonianze degli amici della quindicenne per ricomporre il puzzle di quei minuti di barbara follia. La vittima che si trova in vacanza a Lignano asfurto, ai genitori, era stata invitata a una festa in spiaggia da un’amica veneziana che da alcuni mesi si è trasferita con la famiglia nella zona di Lignano. Con lei c’erano altri amici. Il gruppo si era allontanati perché due ragazze non stavano bene. «Torniamo subito», le avevano detto. Lei aveva annuito ed era rimasta ai margini della baraonda. «È a quel punto – riferisce Ortolan – che era scattata la trappola. Un giovane di nazionalità egiziana le si era avvicinato invitandola a fare due passi in spiaggia. Quando ha compreso le intenzioni del giovane era ormai troppo tardi». L’egiziano era stato raggiunto da un amico albanese. Per entrambi, in stato di fermo, l’accusa è di violenza sessuale di gruppo, mentre un terzo giovane, pure albanese, che aveva assistito allo stupro, risulta indagato per concorso morale. Il giovane egiziano – come confermano dalla Questura di Udine – ha precedenti penali per reati contro il patrimonio, rapina e lesioni.
I tre giovani, che soggiornavano alla Getur di Lignano, vivono nella Comunità San Giovanni, di Milano. Erano arrivati da pochi giorni nella località balneare friulana, assieme ad altri ragazzi e agli educatori, per un breve periodo di vacanza. La vigilia di Ferragosto si erano fatti notare da diversi esercenti per il loro comportamento strafottente.
Intanto, in Friuli divampano le polemiche. Dopo l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, che aveva invocato la castrazione chimica, ieri è stata la volta del sindaco leghista di Udine, Pietro Fontanini. Sul suo profilo Fb ha scritto che «qualche collega sindaco lombardo ha dovuto anche sostenere i costi di una vacanza a Lignano dove i tre si sono resi protagonisti di un gravissimo fatto».