Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Poteri a Venezia, meglio lo Stato di un ente vuoto»
Il sottosegretario: Brugnaro chieda conto a Zaia della Città Metropolitana
«Avevo fatto la legge per dare poteri alla città metropolitana di Venezia. Ma è un ente vuoto per colpa di Zaia e di Brunaro». Così Martella sul nodo Autorità.a
«L’autorità per la laguna è un salto di qualità per Venezia, un passaggio storico. Le critiche del sindaco Luigi Brugnaro? Gli consiglierei una lettura meno superficiale e strumentale del decreto. La verità è che il governo attuale sta facendo tantissimo per Venezia». Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andrea Martella è il «padre» della parte del decreto Agosto che crea il nuovo ente che si occuperà non solo della gestione e manutenzione del Mose, ma anche della laguna di Venezia. Un ente a guida statale ed è proprio questo che ha fatto arrabbiare Brugnaro, che ha parlato di «tradimento» della città.
Brugnaro ha ricordato che fu proprio lei a proporre l’emendamento che aveva assegnato le competenze lagunari alla Città metropolitana. L’ha definita «ondivago»...
«Dal 2014 a oggi sono cambiate molte cose, La Città metropolitana non si è realizzata come dovuto e il sindaco ha le sue responsabilità: Zaia non ha fatto nulla per delegare le competenze, puntando al centralismo regionale, e Brugnaro è stato zitto e subalterno. Poi sta per concludersi il Mose e dobbiamo farlo funzionare. Infine di fronte ai nuovi cambiamenti climatici, va recuperato il principio della prima legge speciale del 1973: ovvero che la salvaguardia di Venezia e della sua laguna sono di preminente interesse nazionale».
L’accusa è proprio quella: a comandare su Venezia sarà Roma.
«L’obiettivo è stato superare la frammentarietà delle competenze e definire una nuova governance all’altezza della “specialità” di Venezia, includendo però anche le autonomie locali. La questione è così complessa e straordinaria che deve essere nazionale e tutto il Paese se ne deve fare carico, anche dal punto di vista finanziario. Ma a questo punto dire allo Stato “deme i schei che fasso mi” è una pretesa assurda».
Non c’è il rischio che nel board di otto persone vincano sempre il presidente e i quattro membri «ministeriali» rispetto ai tre «locali»?
«Ci sarà una leale collaborazione tra le istituzioni e comunque non era mai successo che un’autorità statale avesse un così grande grado di apertura verso le autonomie locali. La sede non è in un ministero romano, ma a Venezia».
Altra critica: sarà un «carrozzone»...
«Falso. Le principali caratteristiche saranno l’agilità, l’efficienza, la specializzazione, la velocità nelle decisioni. Sarà una rivoluzione. Il Magistrato alle Acque diventerà braccio operativo dell’autorità e riprenderà la sua plurisecolare funzione ingegneristica ammirata da tutto il mondo. C’è un taglio netto con il passato, con la fine del Consorzio Venezia Nuova, ma le migliori competenze di chi si è specializzato verranno valorizzate nella nuova struttura, con ampie garanzie per i lavoratori attuali».
Regione e Comune avevano chiesto all’ultimo Comitatone 150 milioni di euro a testa per dieci anni, dopo il disastro dell’acqua alta del 12 novembre. Glieli darete?
«Venezia ha ricevuto un’attenzione senza precedenti, con risorse ingenti sia dal governo che dall’ue. Nel corso di un prossimo Comitatone, entro l’anno, saranno inoltre distribuiti agli enti altri 40 milioni di legge speciale».
Rispetto al primo testo ci sono anche dei soldi per la manutenzione del Mose, anche se siamo ancora lontani dagli 80-100 milioni necessari.
«Intanto ne abbiamo previsti 40 milioni dal 2021 al 2034. È un primo passo».
Chi sarà il presidente? Un tecnico o un politico?
«Nessuna decisione è stata ancora presa, ma io immagino un tecnico all’altezza della sfida che abbiamo davanti».
Dal primo testo del decreto è invece sparito il centro sui cambiamenti climatici, che doveva anch’esso essere a Venezia.
«Lo recupereremo in sede di conversione e sarà configurato come Ente di ricerca vigilato dal ministero dell’università».
La liquidazione del Consorzio non è stata uno «schiaffo» ai commissari?
«I commissari hanno svolto il proprio ruolo, ma la loro funzione va a esaurirsi. Ora si cambia e c’è un salto di qualità: dalla gestione commissariale alla nuova autorità».
Anche Paolo Costa su questo giornale ha criticato la nuova governance, sottolineando la questione della portualità.
«Leggo sempre con attenzione le sue osservazioni, ma questa volta non lo capisco. Dovrebbe sapere bene che la specialità di Venezia ha bisogno dello Stato centrale e questo non vuole dire mortificare le autonomie territoriali. E vorrei rassicurarlo che siamo ben consapevoli, molto più che in passato, che il sistema Mose non si riduce solo alle barriere mobili. Questa Autorità è un atto di attenzione verso la cristalliera veneziana e un altro tassello che si compie per il rilancio di Venezia e anche del suo Porto, che infatti ha bisogno di nuove strategie e va salvaguardato».
In questi giorni il tema della grandi navi è tornato di attualità: le compagnie se ne vanno, i comitati esultano, i lavoratori protestano. Che cosa farà il governo?
«Dopo aver chiuso la partita del Mose, ora è il momento di prendere una decisione definitiva anche sulle grandi navi, in nome della sostenibilità ambientale. Per farlo potremo utilizzare anche una parte delle risorse del Recovery Fund europeo, perché se penso all’italia dei prossimi 10 anni penso per Venezia a una soluzione che la proietti al futuro».
” Il governo La verità è che l’attuale governo sta facendo tantissimo per Venezia
” Il sindaco Consiglierei al sindaco una lettura meno superficiale del decreto