Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Scuole, arrivano i container
Da Venezia a Padova, tra il 20 e il 40% delle Superiori costrette a fare lezioni a distanza
Lezioni in «moduli scolastici provvisori» a Venezia, Verona e Belluno. Mancano spazi e l’unica soluzione sono i container. I nuovi banchi, poi, sono in ritardo. Così per molti studenti, circa il 20% degli iscritti alle superiori, la scuola resterà virtuale. Persino, i docenti sono pochi. E manca solo un mese alla prima campanella.
Mancano aule, banchi e anche tanti, tantissimi, insegnanti. E quanto a fine luglio tutti speravano di evitare, ossia di organizzare lezioni in container o tensostrutture per sopperire alla mancanza di spazi, tra meno di un mese per molti studenti diventerà, invece, realtà. «Abbiamo richiesto moduli scolastici provvisori per alcuni, davvero pochi, istituti – dice Carmela Palumbo, direttrice dell’ufficio scolastico regionale del Veneto – sono come le casette usate per i terremoti». I «moduli» arriveranno a Belluno, San Bonifacio nel Veronese e, persino, nel cuore di Venezia, in uno dei più antichi licei d’italia, il Foscarini. «I casi di incapienza sono ristretti ad alcune situazioni - rassicura Palumbo - Non preoccupatevi: ce la faremo a tornare in classe».
Per quanto le scuole con spazi risicati siano poche, resta fortissimo il rischio che molti ragazzi delle superiori (sicuramente il 40 per cento nel Padovano e il 20 nel Veneziano ma la stessa forbice si ripete in ogni provincia) non tornino subito in aula. «Dipende dalla consegna degli arredi, in Veneto servono 56mila tra banchi e sedute innovative (quelle con le rotelle, ndr) e sono previste consegne fino a ottobre – continua la direttrice – la didattica a distanza sarà usata per non imporre la mascherina in classe». Le nuove postazioni sono necessarie solo in quegli istituti dove i tavoli, per quanto già singoli, non permettono il distanziamento di un metro. La gara per il loro acquisto è stata bandita a livello centrale e le consegne dovevano essere entro il 31 agosto, poi però è arrivata una deroga fino al 31 ottobre, a scuola iniziata da un mese e mezzo. «Sono degli incapaci – tuona l’assessore regionale alla Scuola Elena Donazzan – Farò fare interrogazioni parlamentari perché si verifichi la regolarità della gara e che non ci sia stato un danno erariale: era ovvio che ordinando 2,6 milioni di banchi ci sarebbero stati ritardi».
Nel Padovano, la Provincia è corsa ai ripari ordinando - a sue spese - lavagne, sedie e appunto banchi a rotelle: «Arriveranno prima i nostri di quelli romani, ne siamo certi», dice il presidente Fabio Bui. Anche così molti alunni non potranno rientrare a scuola: «Almeno per il 40 per cento dei ragazzi degli istituti superiori (circa 15mila studenti, ndr) – dice il direttore dell’ufficio scolastico della città del Santo Roberto Natale - le lezioni a distanza saranno purtroppo inevitabili, se non altro nei primi mesi». Per fortuna, non saranno sempre gli stessi alunni a stare a casa: «La didattica a distanza sarà a turnazione», rassicurano Palumbo e Donazzan.
Le «casette», invece, saranno obbligatorie in tre province: all’istituto Dal Cero a San Bonifacio nella Bassa Veronese, allo storico liceo convitto veneziano Foscarini dove all’interno dell’ex chiesa arriveranno due strutture trasparenti capaci di contenere 4 o 5 classi. A Belluno, ci saranno container nei licei Galilei (qui saranno usati anche scantinati, magazzini e persino la vecchia casa del custode) e Renier e all’istituto tecnico-economico Calvi.
«La situazione è vergognosa – l’affondo di Donazzan – noi ci siamo mossi per tempo e ci siamo organizzati, nonostante l’inaccettabile ritardo del governo. Poi il 12 agosto a fronte delle mancanze romane il Comitato tecnico scientifico ha cambiato idea e detto che si può stare in classe senza il metro di distanza con le mascherine, noi siamo contrarissimi: bambini e ragazzi non possono tenerle sempre tra le 5 e le 8 ore al giorno».
Altro capitolo, gli insegnanti: nella nostra regione le scuole partiranno con 7mila docenti di ruolo in meno. Roma ha infatti autorizzato 8.800 assunzioni a tempo indeterminato ma le nostre graduatorie hanno solo 1.750 docenti in attesa di firmare il contratto. E le domande per fare il supplente qui non sono tante: 47.369 contro le quasi 105mila della Lombardia, le 87mila del Lazio e le 80mila della Campania. Arriveranno anche prof e collaboratori scolastici a tempo, pagati con fondi per l’emergenza Covid, ma al Veneto spettano poco più di 54milioni di euro per le assunzioni e a detta di tutti –
in primis dei sindacati – non bastano. «In questo caos, non è stato ancora affrontato il tema dei trasporti, nonostante le nostre sollecitazioni ai tutti i tavoli con Roma – conclude l’assessore – in classe ora si può stare vicini, nei bus e nei treni no». Se il Cts non cambierà idea, è facile che le percentuali di chi segue le lezioni da casa salgano, per l’impossibilità di organizzare le corse dei mezzi pubblici in nemmeno un mese. Se infine un alunno o un docente risulterà contagiato, il ministero della Salute pare propenso all’uso dei test rapidi.
” Palumbo
Abbiamo richiesto moduli scolastici provvisori ma il 14 settembre riapriremo le scuole
” Donazzan
A un mese dalla prima campanella non ci sono certezze, a Roma sono degli incapaci