Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un’altra rissa a Jesolo, il sindaco chiede i danni
«Fare a botte ormai è la moda del momento»
Jesolo, un’altra rissa nel cuore della movida: un turista altoatesino colpito gravemente. L’ira del sindaco: «Oltrepassato il limite, chiediamo i danni».
Le urla, gli insulti, le spinte. Poi i calci, le mani che si chiudono a pugno, qualcuno che finisce a terra e viene subito travolto dagli altri, tutti pronti a infierire. La scena ripresa dai cellulari e ieri rimbalzata sui social, per quanto impressionante, non risulta nuova: è quasi identica a quella immortalata appena due mesi fa, sempre a Jesolo, sempre in piazza Mazzini. E non differisce nemmeno dagli scatti rubati durante il pestaggio avvenuto un mese fa, pure questo consumatosi sul litorale jesolano, anche se nei dintorni di piazza Milano.
L’estate violenta della cittadina balneare continua a riempire gli ospedali: ieri, con le prime luci dell’alba, il pronto soccorso ha accolto un 30enne di Bressanone (Bolzano) ricoverato per una frattura al femore; l’uomo - che ieri ha poi chiesto di essere dimesso per rientrare a casa - è quello uscito peggio dalla mega-rissa scoppiata nella notte tra lunedì e martedì, dopo le due, quando un gruppo di stranieri di origini nordafricane e una comitiva di turisti altoatesini è venuto alle mani tra la piazza e i plateatici dei locali. Uno scontro violento, che ha visto coinvolti circa tre decine di ragazzi - e ragazze ultratrentenni (nel video si vede chiaramente una giovane che cerca di fare da scudo a un compagno finito a terra e preso a calci).
«Valuteremo la richiesta di risarcimento per il danno d’immagine - dice il sindaco Valerio Zoggia - Quanto accaduto mi porta a dire che i giovani hanno perso il senso del limite. Non si può continuare a dare responsabilità alla politica o alle forze dell’ordine che stanno dando il massimo per tutelare ordine e sicurezza: litigare e fare a botte sembra la moda del momento, non solo tra i ragazzini: in questo caso stiamo parlando di trentenni». In tutti gli episodi cambiano pochi dettagli: il 21 giugno la rissa aveva coinvolto principalmente veneti arrivati dalle altre provincie, il pestaggio del 6 luglio aveva visto un gruppetto di veneziani prendersela con uno straniero, questa volta è toccato a due gruppi di trentenni, sempre per ragioni oscure, se non semplici pretesti. Nella stagione delle aggressioni del litorale veneziano si inseriscono anche i tanti episodi di violenza consumati tra Chioggia e Sottomarina, dove per settimane bande di ragazzini se la sono presa con i loro coetanei arrivati da fuori città.
In questo clima difficile arriva l’affondo di Confcommercio, per bocca del delegato comunale di Jesolo Alberto Teso: «Ognuno deve fare il proprio dovere, avevamo detto due mesi fa. Bene, noi lo abbiamo fatto: l’ordinanza anti alcol è in vigore, nessuna delle nostre imprese è mai stata sanzionata per la sua violazione, ma la rissa c’è stata comunque. Significa che è stato qualcun altro a non fare la sua parte, mi riferisco a chi aveva promesso polizia e controlli per tutta l’estate. Dov’erano gli agenti durante la rissa? Perché in piazza non c’era neanche una pattuglia? Stavolta non si può dare la colpa ai locali: se questi erano ubriachi la responsabilità non è certo nostra: l’alcool si può benissimo portare da casa, come diciamo da sempre. Qualcuno deve farsi un esame di coscienza».
Gli esercenti della zona, però, forniscono un quadro diverso: Giulia, responsabile del Mucho Macho, all’angolo con piazza Mazzini, spiega che tra chiusure, restrizioni e controlli si è finito per concentrare in poche aree di Jesolo troppe persone: «Sono tutti qui perché, ormai, dove possono andare? Noi abbiamo sempre la security alla porta, e tre uomini nel fine settimana, teniamo fuori minorenni e persone in stato alterato, ma ci ritroviamo comunque a dover soccorrere qualcuno, ci è successo solo qualche giorno fa con alcuni stranieri. E questo nonostante carabinieri e polizia qui si vedano spesso, fino alla chiusura».