Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Disco, luogo di morte» l’anatema del vescovo
Fondi (europei) anche ai dipendenti dei locali da ballo Marcato «Faremo la nostra parte ma intervenga Roma»
Diventa un caso l’anatema del vescovo di Chioggia, Tessarollo, contro le disco.
Discoteche chiuse (e in rivolta): Palazzo Balbi mette mano al portafoglio ma punta l’indice su Roma, qualsiasi intervento su scala regionale sarà poco più di un cerotto per l’emorragia di soldi e posti di lavoro causata dalla chiusura dei locali da ballo decretata dal ministro alla Salute Roberto Speranza. Ieri mattina, dopo la riunione di giunta, i due assessori regionali interessati, Cristiano Corazzari per la Cultura e Roberto Marcato per lo Sviluppo economico, hanno fatto un primo punto con i rispettivi tecnici per capire i margini d’azione.
«Scriveremo ai titolari dell’economia e dello Sviluppo Economico - spiega Marcato perché l’intervento di minima necessario fin da subito è congelare tutte le scadenze fiscali di queste attività imprenditoriali almeno fino al 31 dicembre. Se potessi decidere io, le cancellerei direttamente perché qui le entrate mancano del tutto. Aggiungo un particolare che è tutt’altro che secondario: parliamo di aziende che hanno investito per adeguare gli spazi alle normative anti Covid e che ora si trovano nuovamente chiuse, come dire, la beffa oltre al danno».
Obiettivo di Palazzo Balbi è raschiare il fondo del barile di un bilancio già ampiamente modificato causa emergenza sanitaria e trovare altri fondi ad hoc. «Qualcosa in cassa c’è - ragiona Marcato - ma capiamoci, mentre i fondi regionali per bar, parrucchieri, estetiste e così via si “sentivano”, parliamo di contributi dai due ai quattromila euro, qui la scala è macro. Sono strutture per cui servono cifre astronomiche». Da qui l’appello dell’assessore «a tutti i parlamentari e sottosegretari veneti che sono sensibili al tema» perché facciano pressing sul governo. Corazzari, da parte sua, già ha inserito i lavoratori dei locali fra quelli beneficiari di un contributo fra il 50 e l’80% di copertura dello stipendio coperto dai fondi Fse alla voce «cultura» tirando un po’ per i capelli l’inquadramento. Si tratta di un totale di 35 milioni da suddividere, però, fra una lista infinita di codici Ateco, dai rifugi agli hotel, dalle biblioteche alle fiere alle agenzie di viaggio. Si tratta di contributi alle imprese per la tutela dei posti di lavoro affidati per la suddivisione a Veneto Lavoro. Destinatari i lavoratori dei settori particolarmente colpiti della cultura e del turismo. I contributi sono erogati ai datori di lavoro sotto forma di sovvenzioni e i destinatari finali sono i dipendenti con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Persone definite «lavoratori a rischio di licenziamento in quanto reintegrati dopo un periodo di sospensione dal lavoro in ammortizzatore sociale con causale Covid-19». Le domande vanno presentate entro il 4 settembre per la prima tranche da 24 milioni e fino ad esaurimento.
Una prima boccata d’ossigeno per i dipendenti (finché dura il blocco dei licenziamenti) ma per i proprietari la situazione resta critica. «Faremo la nostra parte -dice Marcato - ma la palla passa a Roma». Gli imprenditori della notte, però, si stanno già attrezzando per ricorrere in massa al Tar dopo il primo ricorso portato avanti dal Silb, l’associazione di categoria. Secondo Luigi De Rossi, referente dell’associazione Giustitalia che segue ricorsi di questo genere, sono almeno una ventina i locali veneti già pronti a procedere. Il piano dello scontro è sempre più nazionale. Lo sottolinea anche Paolo Artelio Silb Confcommercio: «Abbiamo deciso di agire con una voce sola, nazionale, perché il problema va risolto a Roma. Bene l’idea di congelare le scadenze ma siamo imprenditori seri che vogliono continuare a fare il loro lavoro, questa è la priorità ma senza certezze la nostra programmazione è impossibile...e in autunno dovrebbero riaprire i locali al chiuso, dobbiamo capire come andrà».
” Marcato
Appello a tutti i parlamentari e sottosegretari veneti, servono aiuti nazionali
” Artelio (Silb)
Bene gli aiuti ma siamo imprenditori seri che vogliono lavorare, serve una soluzione nazionale