Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Palù: convivere con il virus
Il virologo: «Ha 10 volte la letalità dell’influenza. I giovani lo diffondono»
Professor Giorgio Palù, docente emerito di Virologia all’università di Padova, lei sta studiando il Covid-19. Qual è la situazione attuale?
«Dopo aver raggiunto il picco della pandemia, tra marzo e aprile, siamo in fase discendente. Il problema è che la curva del contagio non si azzera ma continua ad essere caratterizzata da variazioni in salita, soprattutto nel fine settimana, e in discesa».
Sono ricominciati i contagi infatti.
«Sì ma adesso tra il 90% e il 95% dei nuovi casi sono asintomatici, anche per l’accresciuta capacità del nostro sistema sanitario di individuare e isolare subito i contatti di ogni positivo. Attenzione, però, anche gli asintomatici possono contribuire a diffondere il coronavirus, che resta dieci volte più letale dell’influenza stagionale».
Ma allora non ha perso carica virale?
«Al contrario, non solo non ha perso virulenza rispetto all’origine, ma ora nel mondo ne circola una variante più aggressiva rispetto a quella isolata a Wuhan. A causa di una mutazione, il virus ha acquisito una maggiore capacità di replicarsi nelle cellule e nei tessuti umani».
Eppure si respira da «liberi tutti».
«Ed è sbagliato, lo dico soprattutto ai giovani, in questo momento i più esposti, benché siano anche i più resistenti al coronavirus. Il loro sistema immunitario è maggiormente attivo e le cellule nei vari organi e tessuti sono più forti di quelle di un anziano. E’ il motivo per cui i ricoveri sono limitati, soprattutto nelle Terapie intensive. Ma ciò non significa che i giovani debbano sentirsi al sicuro, il Covid-19 c’è ancora ed è pandemico, perciò colpisce pure un’aria loro. Magari hanno pochi sintomi, ma sono comunque infettivi».
Ha fatto bene il governo a chiudere le discoteche?
«Eh sì, menomale. Ambienti nei quali si affollano migliaia di persone, senza mascherina, e dove non sappiamo se sia davvero garantito il ricambio d’aria con espulsione forzata e immissione da fuori, sono l’ideale per la diffusione dell’infezione».
L’altro fronte dei nuovi contagi sono i casi di importazione. «Fino a poco tempo fa sì, ora sono più numerosi i casi di rientro».
Cosa dobbiamo fare per goderci l’estate e prepararci all’autunno senza correre rischi?
«I luoghi all’aperto, come la spiaggia, vanno favoriti, ma senza assembramenti. Soprattutto di sera: happy hour, movida, discoteche sono ad alto rischio. Se proprio non si può farne a meno, va indossata la mascherina e bisogna sempre igienizzare le mani».
In spiaggia, al bar, al ristorante dobbiamo pretendere lettini, sdraio, sedie e tavoli disinfettati a ogni cambio cliente?
«Prima di tutto va rispettato il metro di distanza tra le persone e poi, siccome il coronavirus ha un’emivita sulle superfici di due-tre ore al massimo, è bene sanificarle con alcol al 70% almeno, varechina o altri detergenti a base alcolica».
E’ possibile prevedere per quanto tempo ancora durerà tutto questo?
«L’unica certezza al momento è che con il Covid-19 dobbiamo convivere, come con altri coronavirus, come quello dell’influenza. Sono sicuro che se facessimo tamponi per cercare anche questo, qualcuno risulterebbe positivo. Pensi che L’H3N2, virus influenzale, circola dal 1968».
Sì, ma il Covid-19 sta creando disagi maggiori, fatta eccezione per le grandi epidemie influenzali come la Spagnola o la «suina».
«Anche questo coronavirus, come gli altri, si adatterà all’uomo, se vuole sopravvivere. Prevedere quando è difficile, però a breve avremo a disposizione farmaci e vaccino mirati per combatterlo».
Senta, ma la storia che i bambini non si ammalano? In realtà finiscono anche in Rianimazione.
«Sono casi sporadici, proprio perché i più giovani hanno un sistema immunitario forte. A meno che non soffrano di malattie pregresse. Cominciamo ad approfondire il quadro clinico dei bambini con sintomi gravi».
Fatto sta che l’età media dei soggetti contagiati si è abbassata da 61 a 39 anni e la fascia zero-19 anni tocca ora il 13% dei casi.
«Certo, perché gli anziani hanno capito la gravità della malattia e quindi stanno più attenti, usano i dispositivi di protezione individuale e, complice il caldo, stanno più in casa. I giovani con la bella stagione sono più portati ad andare in giro e a creare assembramento».
Cosa dicono gli ultimi studi?
«Che la circolazione del Covid-19 è ancora bassa: tocca l’1,5% della popolazione. Del resto nel mondo su 22,1 milioni di casi si contano 779mila morti: il 3,5%».
” Giorgio Palù
Sopravvive fino a tre ore sulle superfici: lettini, sdraio, sedie e tavoli vanno sempre sanificati