Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bios Lab sgomberato, maggioranza divisa
Blitz nella sede dell’ex collettivo di Scienze politiche, Coalizione critica. Bonavina: legalità
A sorpresa, di prima mattina, nella settimana post Ferragosto quando il grosso dei militanti è lontano dalla città, il Bios Lab è stato sgomberato. Liberata senza disordini la sede Inps occupata dagli eredi del Collettivo di Scienze politiche ma il blitz, come in passato, divide la maggioranza di Palazzo Moroni. Tre assessori di Coalizione Civica (Nalin, Gallani e Ragona) parlano di «città impoverita». Legalità ripristinata per il giordaniano Bonavina.
A sorpresa, di prima mattina, nella settimana post Ferragosto quando il grosso dei militanti è lontano dalla città, il Bios Lab è stato sgomberato. L’operazione portata a termine ieri nei locali di via Brigata Padova nel quartiere Palestro, dove da 6 anni aveva trovato sede il movimento nato dalle ceneri del Collettivo di Scienze Politiche, ha dato esecuzione all’ordine di sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Padova. Lo stabile, di proprietà dell’inps, è stato murato sotto il controllo della Digos e della polizia in assetto anti sommossa. Tutto è filato via liscio e senza disordini.
Il blitz, come già successo nel recente passato con gli sgomberi dell’ex mensa Marzolo al Portello, di Casetta Berta all’arcella, dell’ex torrefazione del Caffè Vescovi di via Vicenza e, soprattutto, dell’ex macello di via Cornaro, è tornato a dividere la maggioranza di Palazzo Moroni. Non a caso, al momento dell’intervento erano presenti i tre assessori cittadini di Coalizione Civica, ovvero Marta Nalin (Sociale), Chiara Gallani (Ambiente) e Andrea Ragona (Mobilità, entrato in giunta da meno di un mese al posto dell’ex vicesindaco Arturo Lorenzoni, ora candidato alla presidenza della Regione). I tre, da sempre vicini agli ambienti dei centri sociali, hanno solidarizzato con gli ex occupanti del Bios Lab. Più tardi, su Facebook, hanno condiviso un post a nome dell’intero movimento arancione: «Uno spreco - hanno scandito gli attivisti - Un incredibile, inutile spreco. Non c’è alcun senso a questa operazione, durante la quale gli spazi autogestiti del Bios Lab, di proprietà dell’inps e inutilizzati da almeno vent’anni, sono stati sgomberati, svuotati e murati, con tanto di abbattimento delle vetrine. È difficile elencare le molteplici attività che, dal 2014, hanno avuto luogo nei locali di via Brigata Padova. Attività - ha ricordato Coalizione Civica- di mutualismo, di assistenza, di cultura e di aggregazione, peraltro sempre tentando un dialogo con la stessa proprietà e in interazione con il rione. Adesso, al posto di tutto questo, c’è un muro. E a fianco, sempre di proprietà dell’inps, uno spazio commerciale sfitto chissà da quanto tempo. Così come sfitti, da oltre trent’anni, sono gli uffici ai piani superiori, pure questi di proprietà dell’inps. Adesso il quartiere Palestro e tutta la città sono più poveri».
Parole, quelle degli esponenti di Coalizione Civica, che hanno non poco imbarazzato l’ala «giordaniana» della maggioranza che, per bocca dell’assessore Diego Bonavina, fresco di delega alla Sicurezza, ha replicato così: «Io sono sempre dalla parte della legalità. Tanto più in quest’occasione visto che lo sgombero, con la contestazione di un reato penale, è stato ordinato da un giudice e quindi poliziotti e vigili non hanno potuto far altro che eseguire la richiesta dell’autorità giudiziaria e noi, come amministrazione comunale, non abbiamo avuto voce in capitolo. Detto questo, non conosco la realtà del Bios Lab. Ma se, come mi dicono, rappresenta davvero un’associazione con un’importante valenza sociale è giusto che abbia uno spazio in cui poter svolgere le proprie attività. Uno spazio, però, ottenuto nel pieno rispetto delle regole».