Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

«Lì risse, stupri e morte niente soldi pubblici Gli attacchi sui social? Ho tirato una sassata»

- Pierfrance­sco Carcassi

Ha 75 anni ma i Social non lo intimidisc­ono. Lunedì il vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo, ha scritto un post contro le discoteche da poco chiuse dal governo per l’emergenza coronaviru­s: «Ma che lavoro è questo! Cosa produce! Ubriacatur­e, risse, morti mattutine di ragazzi ubriachi o assonnati, stupri e quant’altro. Sembra che la società attuale non possa vivere senza questa industria di sballo notturno… e adesso bisogna anche sostenerla con contributi pubblici […]». Si è scatenata una pioggia di critiche e insulti anche dopo che il post è stato rimosso.

Monsignor Tessarollo, non è un post un po’ forte?

«Quando ho letto della chiusura delle discoteche e delle proteste dei gestori per il risarcimen­to ho pensato: vuoi che manchi qualcosa di essenziale per la nostra economia? Guadagnera­nno di meno. Questo intendevo dire. Alla mia età certe cose sono superflue. Oggi c’è l’abitudine di chiedere risarcimen­ti aumentando il debito pubblico».

Forse questo messaggio non era evidente.

«Sono andato giù un po’ duro, ho generalizz­ato. Ho pensato alla ragazzina stuprata in Friuli, alle volte che ho celebrato funerali di giovani morti all’alba al ritorno dalla discoteca, ai pugni e alle violenze che richiedono il servizio di sicurezza. Qualche imprendito­re mi ha chiamato per dire che lui segue le regole. Ho spiegato che il mio non era un giudizio universale».

Qualcuno ha risposto imputanto alla Chiesa gli scandali di pedofilia.

«Sono persone che già provano astio verso la Chiesa e in queste occasioni vengono fuori. Ho visto i nomi, sono sempre gli stessi. E’ bene prendere atto che non tutti la pensano come noi».

E’ mai andato in discoteca? «Una volta sola, da giovane. Studiavo a Roma e seguivo i ragazzi di una parrocchia che mi hanno chiesto di andare con loro. Dentro tutti stretti, si beve, si salta: sono durato un quarto d’ora».

Conosce gente che ci va?

«I miei nipoti. Quando avevano 20 anni li vedevo uscire alle 23 e dicevo loro: siete fuori di testa?. Uno ha avuto un incidente di ritorno dalla discoteca, pr fortuna non si è fatto nulla». Perché ha tolto il post? «Per non essere ulteriorme­nte provocator­e. Capisco i singoli che hanno perso il lavoro e hanno investito nei locali, ma ho tirato una sassata per aprire una discussion­e su valori e limiti della vita notturna, che comporta dei rischi».

” Su Facebook

Ma che lavoro è questo! Cosa produce! Ubriacatur­e, risse, morti mattutine stupri e altro

” I funerali

Ho pensato alla ragazza stuprata in Friuli, ai funerali di giovani che ho celebrato

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