Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Scuola Galileiana e uno studentato La rinascita dell’ex mensa Marzolo

Nel cuore del Portello la nuova sede e 187 alloggi: lavori da ultimare per gli 800 anni del Bo

- Davide D'attino

I lavori, a meno d’imprevedib­ili intoppi, dovrebbero terminare verso la fine del 2022. Giusto in tempo per festeggiar­e il centesimo compleanno dell’edificio, costruito appunto nel 1922. Stiamo parlando dell’ex Casa dello studente Fusinato di via Marzolo, situata nel «cuore» del quartiere universita­rio per eccellenza, il Portello, e più nota a molti come ex mensa Marzolo. La palazzina, quattro piani per oltre seimila metri quadri di superficie, è stata abusivamen­te occupata per più di quattro anni, cioè da gennaio 2014 ad aprile 2019, dagli attivisti del centro sociale Gramigna. Ma adesso, grazie a un apposito finanziame­nto statale di circa dieci milioni e mezzo di euro, è finalmente pronta a rinascere, non solo ospitando 187 alloggi per oltre 300 studenti del

L’intervento

Bando da 10,5 milioni per l’intervento che recupera un’area vuota ormai dal 2005

Bo, ma anche diventando la nuova sede della Scuola Galileiana di Studi Superiori, che oggi si trova nel Collegio Morgagni di via San Massimo.

Ieri infatti, con una determina firmata dal direttore generale Alberto Scuttari, l’università ha pubblicato il bando di gara per l’affidament­o dei lavori. Le offerte, che dovranno basarsi sul progetto elaborato dalla veneziana F&M Ingegneria Spa di Mirano (in collaboraz­ione con la Cspe Srl di Firenze e l’ai Engineerin­g Srl di Torino), andranno presentate entro il 16 ottobre prossimo. E poi, tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2021, prenderà il via la ristruttur­azione dell’edificio, vincolato dalla Soprintend­enza e chiuso (occupazion­i a parte) addirittur­a dal 2005.

Il cantiere, come accennato, dovrebbe durare ventiquatt­ro mesi esatti. Ma quello appena descritto, fortemente voluto dal rettore Rosario Rizzuto, è soltanto uno dei tanti interventi edilizi che, di questi tempi, vedono protagonis­ta il Bo. Il lungo elenco non può non partire dal nuovo polo umanistico di via Beato Pellegrino, inaugurato a settembre scorso (con il recupero dell’ex ospedale Geriatrico) e costato oltre 50 milioni di euro. Ovvero più o meno la stessa cifra che servirà per ristruttur­are l’ex caserma Piave di riviera Paleocapa, destinata a diventare il nuovo quartier generale delle scienze sociali: il progetto, aggiudicat­o ad aprile 2019 alla padovana Steam Srl (che si avvale della preziosa collaboraz­ione dell’archistar britannico David Chipperfie­ld), deve ancora essere approvato dalle Belle Arti. Infine, «last but not least», la nuova Scuola d’ingegneria che sorgerà all’interno della Fiera di via Tommaseo, al posto del padiglione 2, con aule e laboratori per quasi quattromil­a studenti. Per quest’ultima operazione, del cui progetto si sta occupando lo studio Settanta 7 di Torino, l’università ha messo in conto di spendere una ventina di milioni di euro. A dire il vero, però, andrebbe citato anche un altro intervento, per il quale il Bo ha già stanziato circa cinque milioni di euro: si tratta di una nuova palazzina di quattro piani, nell’area tra via Gradenigo e via Ognissanti (sempre al Portello), pronta a distribuir­e in maniera più ordinata i vari Dipartimen­ti di Ingegneria già presenti nella zona.

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