Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ferro Fini, la carica dei 158 è caccia al bis per cinque
Attesa a Palazzo Moroni per il risultato di Lorenzoni
Chiamiamola pure la carica dei 158. Tanti infatti sono i padovani di città e provincia che tra un mese, alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre, andranno a caccia di un seggio nel nuovo parlamentino veneto. E chissà se stavolta, a differenza di quanto successo cinque anni fa, ci sarà almeno una donna tra i nove rappresentanti del territorio euganeo nell’aula di Palazzo Ferro Fini a Venezia. Quelli uscenti (Massimiliano Barison, Jacopo Berti, Fabrizio Boron, Maurizio Conte, Roberto Marcato, Piero Ruzzante, Luciano Sandonà, Claudio Sinigaglia e Marino Zorzato, rigorosamente in ordine alfabetico) sono appunto tutti uomini. E peraltro cinque di loro tenteranno il bis, tutti a sostegno della rielezione del governatore leghista in carica Luca Zaia.
Si tratta di Marcato (assessore regionale allo Sviluppo Economico), Boron (presidente della Commissione Sanità in Regione), Sandonà (di nuovo in campo nella Lista Zaia), Conte (capolista di Forza Italia) e Barison (già berlusconiano e poi con Fratelli d’italia, oggi invece inserito nella Lista Veneta Autonomia). Inoltre, a questi cinque, non può non essere aggiunto il nome di un altro assessore regionale uscente, cioè Giuseppe Pan, delegato all’agricoltura, che correrà nuovamente nella lista della Lega. Dopodiché, restando ancora nell’alleanza di centrodestra a supporto di Zaia, va sottolineato che saranno della partita ben quattro consiglieri in Comune a Padova, ovvero Vanda Pellizzari con la Lega, Alain Luciani con la Lista Zaia e Matteo Cavatton ed Elena Cappellini, entrambi con Fratelli d’italia.
Ma in lizza, anche se dall’altra parte della barricata, ci sarà pure un’altra consigliera di Palazzo Moroni, cioè Daniela Ruffini di Coalizione Civica che, nella lista «Solidarietà, Ambiente e Lavoro», gareggerà a fianco del marito Paolo Benvegnù, candidato (in solitaria) alla presidenza della Regione. D’altronde, pescando di qua e di là, sono tanti i volti noti con un passato tra gli uffici del municipio cittadino. Basti citare l’ex presidente del parlamentino del capoluogo Federica Pietrogrande e l’ex capogruppo leghista Davide Favero (entrambi in Lista Zaia), oppure gli ex assessori democratici Marco Carrai e Claudio Piron (uno con il «Veneto che vogliamo» a sostegno dell’ex vicesindaco di Padova, Arturo Lorenzoni, e l’altro invece con il «Veneto per le autonomie» a supporto dell’ex deputata del Pd, Simonetta Rubinato), o ancora l’ex capogruppo grillino Simone Borile, l’ex consigliera di Sel, Elena Ostanel,
e l’ex assessore dell’idv, Antonino Pipitone. Discorso a parte, poi, per Gessica Rostellato, già onorevole di M5S e Pd, da un paio d’anni vigilessa in città e ora candidata nella squadra dell’ex collega (in parlamento) Rubinato.
E comunque, pure uscendo dal capoluogo, le facce conosciute non mancano. Dall’ex segretario provinciale della Lega, Filippo Lazzarin, all’ex presidente della Provincia, Enoch Soranzo, passando per l’ex europarlamentare azzurra Elisabetta Gardini e per gli ex sindaci di Ponte San Nicolò e Casalserugo, Enrico Rinuncini
Il ballo degli ex
Tanti ex amministratori nelle liste di città e provincia. C’è anche la vigelessa ex deputato
ed Elisa Venturini, fino al segretario provinciale del Pd, Alessandro Bisato, all’ex «sardina» Pietro Bean e all’ex grillina Maria Elena Martinez (celebre per la sua «misteriosa» esclusione dalle parlamentarie del 2018). Nomi a parte però, è chiaro che, tra un mese, l’attenzione di tutti sarà concentrata sul risultato di Lorenzoni. E sugli eventuali contraccolpi per la maggioranza di Palazzo Moroni. Non a caso, dicono, il sindaco Sergio Giordani attende l’esito del voto con una certa apprensione.