Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Agosto al lavoro, temendo l’autunno senza ripresa
Ferie corte, ma per chiudere lavori in ritardo. La carta superbonus
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Magari ferie ridotte. Ma chi ha lavorato, lo ha fatto per completare commesse arretrate, mentre le nuove faticano ad arrivare. Rilancia i timori su un autunno di difficoltà, senza una vera ripresa il fenomeno delle ferie ridotte ad agosto.
Il fatto esiste. Ma la riduzione delle ferie d’agosto in alcune aziende non deve condurre a conclusioni troppo ottimistiche. Si è lavorato a testa bassa per rispondere a ordini che non era stato ancora possibile esaudire, dato il ritardo accumulato nelle settimane di lockdown, non certo su nuove commesse. Un esito che rilancia quindi le preoccupazioni per l’autunno, più che essere l’indice di una ripresa già partita in modo deciso.
E se sulle impalcature dei cantieri edili si muove sotto il solleone una manovalanza che normalmente d’agosto riposa è soprattutto grazie ai positivi effetti dei bonus, a cui si assommano ora le attese già messe in moto dal superbonus fiscale del 110% riconosciuto agli investimenti in ristrutturazioni con interventi di risparmio energetico. In attesa che si assumano decisioni sui cantieri delle grandi opere pubbliche è a tale incentivo che il settore, con l’indotto ad esso agganciato, deve il suo fervore.
Sono questi i tratti più evidenti che emergono dal quadro di ferragosto sullo stato di salute dei comparti industriali veneti, a cavallo tra un’estate al lavoro e l’attesa per la riapertura d’autunno delle aziende, mai come quest’anno atipica e per molti versi imprevedibile. Con previsioni non molto ottimistiche sulla ripartenza dell’economia. E che già devono fare i conti con la preoccupazione del ritorno dei contagi. Pur se, senza ricadute, il quadro di partenza, settore per settore, è piuttosto delineato.
In ambito metalmeccanico, spiega il segretario generale della Fiom Cgil veneta, Antonio Silvestri, «la stragrande maggioranza delle imprese ha chiuso regolarmente per ferie. Magari riducendole da tre a due settimane, ma per far fronte a ordini accumulati in precedenza». E poi occorre teil
Silvestri Automotive in difficoltà Il reshoring avviene con l’automazione e non ha benefici sull’occupazione
Martines Cassa in deroga e ferie in parallelo Luxottica a pieno ritmo, Safilo affronta i suoi nodi
conto della differenza fra i vari comparti: «Le imprese legate al settore auto - spiega il sindacalista - avevano difficoltà già prima del Covid e dunque alle ferie sommano praticamente tutte la cassa in deroga consentita dai decreti anticovid. Fonderie e acciaierie sono ferme, altre aziende che affidano lavorazioni all’estero si stanno attrezzando per farle rientrare. Ma questo – sottolinea – non avrà ricadute positico ve sull’occupazione, perché si affrontano piuttosto investimenti in automazione».
Qualche eccezione qui c’è. Fincantieri opta per le ferie a rotazione per non fermare gli impianti. E alla Electrolux di Susegana, addirittura, si discute sulla possibilità di straordinari comandati al sabato per quattro mesi, benché sempre per poter raggiungere l’obiettivo di 800 mila frigoriferi fissato per fine anno, che fermo di primavera rischia di non far centrare.
Edilizia, legno-arredamento, chimica e settore del marmo hanno destini per lunghi tratti concatenati e che dipendono dagli investimenti nelle costruzioni o nel recupero di immobili esistenti. Francesco Orrù, leader della Filca Cisl del Veneto, riconosce che dopo la paralisi di marzo e aprile l’edilizia ha fatto registrare a giugno livelli di produzione allineati con lo stesso mese del 2019. Per il 2020 la previsione è di chiudere con una flessione di non più del 10% sull’anno scorso; sempre fatto salvo un ritorno dell’epidemia.
«Molte imprese hanno osservato ad agosto appena una settimana di ferie – rileva Orrù - con qualche eccezione nel Veneto occidentale. Qui il legame in certe filiere delle costruzioni fra aziende venete e lombarde, a causa dei riflessi più pesanti della pandemia nella regione vicina, deprime ancora i volumi rispetto al resto del Veneto e si registrano più aziende in cassa integrazione. Non c’è dubbio che la maggior parte dei lavori sia legata al bonus governativo del 110%».
Al traino dell’edilizia si muove una componente del legno-arredo. Infissi e mobili, cioè, sono parte integrante di operazioni di costruzione e ristrutturazione di case e strutture ricettive, e l’ingranaggio va così in contatto anche con le dinamiche del turismo. Pure i segmenti della chimica, gomma e materie plastiche, per il loro impiego nelle componenti di isolamento terminer degli edifici, sono per evidenti ragioni connesse all’andamento delle costruzioni. Ritornando al mobile, il business dipende molto dalle vicende delle principali aree di destinazione delle esportazioni quindi, ad esempio, la Russia e soprattutto gli Usa. Dunque un Paese, quest’ultimo, in cui epidemia e destini politici trasmettono ogni giorno ai mercati fattori continui di incertezza.
Passando al settore della moda, il segretario generale Uiltec del Veneto, Rosario Martines, lascia intendere che il quadro non si sia mosso di molto da quanto già noto: «La cassa integrazione in deroga è stata richiesta ovunque; e dove finiscano le ferie e inizi la cassa integrazione ha poca importanza. Discorso diverso per l’occhialeria, ricordando come Luxottica sia ripartita completamente dopo una settimana di cassa integrazione e le ferie si stiano consumando a rotazione senza chiusura degli impianti. In tutto il distretto bellunese – aggiunge – le due settimane di pausa estiva sono generalmente osservate. Alla Safilo è in vigore la cassa integrazione; ma i problemi pregressi dell’azienda li conosciamo tutti».
Isola felice, infine, l’agroalimentare. Gli scaffali dei supermercati non sono mai stati lasciati sguarniti, le ferie sono a rotazione come sempre. E, se c’è un disagio, questo è legato ad un rinnovo di contratto non riconosciuto da tutte le realtà del settore.