Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La stretta anti Covid-19 salva le feste di nozze: sì ai balli, ma a distanza
Dopo l’intensificarsi di anomali comportamenti, culminati nella notte di Ferragosto (mi è stato detto che anche in molte spiagge bassopolesane vi è stato una sorta di «Festival dell’assembramento») è, a mio avviso tardivamente, stata emessa l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che oltretutto non brilla per chiarezza, laddove fissa l’obbligo di indossare la mascherina negli spazi pubblici o aperti al pubblico «ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale».
In definitiva sembrerebbe che, quando si esce di casa, si debba sempre indossare la mascherina perché la possibilità che si formino assembramenti, anche occasionali, vi è ovunque e, comunque, non è chiaro quali siano «le caratteristiche fisiche perché un luogo possa facilitare l’assembramento». Si lascia così incertezza nei cittadini e troppa discrezionalità interpretativa alle Forze dell’ordine che debbono controllare il rispetto dell’ordinanza e che possono giungere a conclusioni divergenti e involontarie disparità di trattamento. La poca chiarezza si desume anche dal fatto che l’associazione di categoria Assoeventi, con riferimento alla sospensione delle attività di ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e «locali assimilati», hanno formulato un quesito al ministro per sapere se il divieto si estenda anche in particolare ai festeggiamenti dopo la celebrazione dei matrimoni in cui, spesso, al pranzo nunziale, seguono danze tra gli sposi e gli invitati.
La risposta è stata «liberatoria» e ha precisato che «l’ordinanza non disciplina le manifestazioni di carattere privato che sono destinate a soggetti determinati e scelti sulla base di legami personali, di amicizia o parentela, manifestazioni per le quali non essendo consentito l’accesso indiscriminato del pubblico non valgono le restrizioni previste nella medesima ordinanza e quindi sono esclusi dall’ambito di applicazione della citata ordinanza i matrimoni... », fermo restando il divieto di assembramento. I nubendi possono quindi tirare un sospiro di sollievo,anche se il divieto di assembramento imporrà una certa distanza tra i «danzatori».