Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Palestre, i presidi «sfrattano» lo sport
Padova, timori per il virus: 150 associazioni senza casa. L’appello della politica
«In questo modo lo sport di base muore», dicono associazioni e società sportive di Padova e provincia. Stesso concetto esprimono anche l’assessore allo Sport del Comune, Diego Bonavina, e Fabio Bui, presidente della Provincia. Il fatto è che molti presidi delle scuole non stanno concedendo l’uso delle palestre, nel timore che possano accedervi persone infettate e per il problema delle sanificazioni. Risultato: 150 associazioni «senza casa».
La già complessa ripartenza della scuola, al tempo del coronavirus, rischia di mettere in grossa difficoltà anche tante delle associazioni sportive padovane. Al momento, infatti, i presidi degli istituti superiori cittadini non hanno alcuna intenzione, a differenza di quanto sempre accaduto finora, di concedere a tali associazioni dilettantistiche l’utilizzo pomeridiano-serale delle palestre che si trovano all’interno degli stessi istituti. E i motivi di quest’irremovibile posizione, che si trascina ormai da più di un mese, sono essenzialmente due ed entrambi legati proprio al Covid-19.
I dirigenti scolastici, in primis, non vogliono che gli impianti sportivi di loro competenza vengano adoperati da persone diverse dagli studenti, nel timore che tali persone non rispettino le direttive sanitarie anti-contagio. E poi, non meno rilevante, c’è il problema relativo alle spese per la sanificazione delle palestre. Chi se ne farà carico? E con quali prodotti? Ma come accennato in avvio, il «muro di gomma» innalzato dai presidi rischia seriamente di compromettere la stessa sopravvivenza delle società sportive in questione che, in assenza di spazi in cui svolgere le loro attività, non potranno assicurare la partenza della nuova stagione, lasciando così a casa migliaia di atleti (giovani e meno giovani).
Ecco insomma spiegato perché, quando mancano ormai due settimane all’inizio dell’anno scolastico 20202021, il presidente della Provincia, Fabio Bui, che possiede tra i suoi compiti pure quello della gestione degli istituti superiori, lancia un appello accorato: «È importante, anzi fondamentale, restituire le palestre a queste associazioni - esordisce il numero uno di Palazzo Santo Stefano - per far sì che la pratica sportiva continui a essere garantita anche agli atleti dilettanti e non solo a quelli professionisti, che hanno la disponibilità di strutture private o di centri federali. Detto questo, capisco perfettamente le perplessità e i timori dei presidi, dovuti a un’eventuale brusca risalita dei contagi da coronavirus. Ma sia a loro che alle società sportive, propongo una soluzione di buonsenso. Ovvero la sottoscrizione di una convenzione ben dettagliata - suggerisce Bui - che impegni da un lato le scuole a mettere a disposizione le palestre e dall’altro le associazioni a farsi carico della pulizia delle stesse palestre in base ai protocolli sanitari anti Covid-19. D’altronde, in caso contrario, molte di queste società, che già faticano a trovare sponsor, rischierebbero il collasso. E di conseguenza, lo sport di base, che rappresenta un diritto di tutti i cittadini, sarebbe sul punto di scomparire».
Parole, quelle del presidente della Provincia, che l’assessore comunale allo Sport, Diego Bonavina, rafforza così: «Comprendo assolutamente anch’io le paure dei presidi. Ma credo che, con un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, si debba trovare una soluzione a questo problema. Stiamo infatti parlando di una trentina di palestre dove si allenano più di 150 associazioni dilettantistiche e quindi migliaia di atleti».