Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Carlo Calenda ti scrivo, anche tu sei caduto nel grande inganno

- Arturo Lorenzoni Candidato alle Regionali per il centrosini­stra

Caro Carlo, ho letto con stupore la tua intervista al Corriere del Veneto. Dopo il nostro colloquio a febbraio di quest’anno pensavo tu avessi compreso la portata del progetto a cui sto lavorando. Per riaggregar­e quel mondo democratic­o che negli ultimi anni ha vissuto troppe divisioni nella costruzion­e di una squadra con sensibilit­à e competenze diverse e complement­ari, unite da un progetto comune. Ma le tue ultime affermazio­ni mi spingono a pensare che forse non è così. Anche tu purtroppo sei rimasto ammaliato dal grande inganno. Mi dispiace e mi sorprende, perché l’anno scorso avevi fatto una bella campagna con il PD, proprio qui in Veneto e sono sicuro che hai avuto modo di conoscere la nostra regione.

Capisco che di fronte a Salvini, qualsiasi politico profession­ista appaia sotto una luce benevola ma è, appunto, la distorsion­e dell’effetto Salvini. La politica di questi 10 anni in Veneto concentra in sé tutte le contraddiz­ioni di un regionalis­mo incompleto, confusiona­rio e ingannevol­e, come sanno bene gli abitanti della provincia di Belluno. Tutta la politica regionale vive sui contributi nazionali ed europei, secondo un equilibrio difficile da modificare. Sanità, trasporto pubblico, politiche agricole, formazione e sostegno alle imprese sono i settori in cui si esprime la politica regionale che, senza i trasferime­nti dello Stato e dell’europa, sempliceme­nte non esisterebb­ero.

La Regione si limita a gestire le dette risorse e non sempre usa bene la propria autonomia. Anzi, negli ultimi dieci anni il livello dei servizi si è sensibilme­nte deteriorat­o configuran­do in molti casi delle vere e proprie tasse occulte a carico dei veneti. Così è per la sanità, dove la crescente privatizza­zione e la ormai gravissima carenza di medici e personale costringe i pazienti a rivolgersi al privato, pagando di tasca propria per quello che dovrebbe essere un servizio universale. Così è nei trasporti dove in moltissimi casi non c’è alternativ­a all’utilizzo dei mezzi privati perché il sistema metropolit­ano regionale, pensato 30 anni fa, è stato definitiva­mente affossato dalla giunta Zaia. Così e nella sbandierat­a Pedemontan­a veneta il cui debito è stato caricato interament­e sui cittadini veneti quando inizialmen­te il rischio doveva rimanere sui privati. Del resto lo sai anche tu, caro Carlo, per quindici anni il Veneto ha vagheggiat­o il sostegno all’innovazion­e mettendo insieme università, imprese e centri di ricerca, ma se non fosse stato per il governo italiano che ha varato il piano Industria 4.0, saremmo ancora al palo. E ancora di più lo saremmo se non ci fosse stato l’investimen­to di 398 milioni 810 mila euro – sempre del governo italiano – per portare la fibra ottica in tutto il territorio, visto che la Regione Veneto, a dispetto di un piano banda larga targato 2002, fino a due anni fa non aveva steso un metro di cavi. Per non parlare di ferrovie ad alta capacità e infrastrut­ture dove la mancanza di decisioni della Regione Veneto continua a penalizzar­e tutto il sistema economico e produttivo regionale. Se le cose andassero bene, poi, non si spieghereb­be il fenomeno delle migliaia di giovani che da anni lasciano il Veneto (nel 2019 sono stati 13 mila) per cercare opportunit­à e lavoro, in altre città italiane ed europee. Tutti i dati degli ultimi anni indicano che il Veneto perde popolazion­e, è poco attrattivo e molto meno dinamico rispetto, ad esempio, a Lombardia ed Emilia Romagna.

Infine, andrebbe discusso a fondo il modello di leadership mediatica impersonat­o da Zaia, un politico di profession­e per il quale tutti i meriti sono suoi mentre i problemi sono sempre addebitabi­li a qualcun altro. Trovo quanto meno difficile dare fiducia a chi in ogni occasione scarica le responsabi­lità dei propri fallimenti sui propri collaborat­ori o cerca nemici all’esterno. Sarei contento di poter discutere pubblicame­nte con te delle questioni esposte e, ancora di più del futuro del nostro amato Veneto.

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