Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Spaccio scoperto con i droni in fila famiglie con i bambini
Jesolo, il retroscena dei dodici arresti. Il questore: «Una risposta forte al problema»
«Una volta tutta la famiglia usciva assieme per prendere il gelato, a Jesolo mamma e papà invece vanno con il bambino in passeggino a comprare una dose di cocaina. Per questo, visto che il problema dello spaccio di droga si stava intrecciando sempre più con il contesto sociale - addirittura famigliare del territorio, abbiamo dovuto dare una risposta forte». Il questore di Venezia, Maurizio Masciopinto, ieri l’ha ripetuto più volte, mentre alle sue spalle sfilavano le immagini riprese dai droni e dalle telecamere piazzate lungo l’arenile jesolano, in una sequenza di scambi, passaggi di mano e trattative. E sì, nel mezzo anche l’acquisto della famigliola con tanto di carrozzina.
Nella notte tra giovedì e venerdì, perciò, la polizia lagunare è calata con tutte le sue energie tra le case e gli ombrelloni del litorale: una ventina di agenti in divisa sono arrivati da Venezia, unendosi agli uomini del commissariato locale e ai poliziotti della squadra mobile che da quasi un mese agivano a Jesolo sotto copertura, fingendosi clienti della rete di pusher nigeriani; dall’alto, i droni della questura tenevano sotto controllo i movimenti degli spacciatori, ripresi anche da alcune telecamere piazzate nel corso delle ultime settimane sempre dagli agenti in incognito.
Dodici gli arrestati, tutti originari della Nigeria ma arrivati nel Veneziano da varie zone d’italia: tanti veneti (da Vicenza, da Padova), ma anche alcuni residenti a Trento e persino a Torino, da cui proveniva
Il blitz
Tra giovedì e venerdì l’arresto di un gruppo di nigeriani sul litorale
anche gran parte della cocaina; facevano i pendolari, raggiungevano Jesolo con i mezzi pubblici e poi passavano la giornata e la notte ciascuno nel suo punto dell’arenile, addirittura dividendosi le sostanze e la clientela. Addosso - in bocca, nell’intestino - solo la droga che sapevano sarebbero riusciti a piazzare. D’altronde si tratta di «veterani», ognuno con i suoi precedenti per droga o altri reati collezionati in tutta Italia, tanto era divenuta interessante la piazza di spaccio di Jesolo: «In una sola serata un singolo spacciatore poteva arrivare a incrociare oltre una decina di clienti, persone di ogni età - specificano il dirigente della Mobile Giorgio Di Munno e il commissario di Jesolo Marco Fabro - Certo che qui si riversavano 10mila ragazzi per andare a ballare, adesso le discoteche sono chiuse ma i ragazzi arrivano lo stesso».
L’estate di Jesolo si è rivelata difficile, tra divieti e risse in piazza, anche per questo la questura «non ha voluto che passasse un messaggio sbagliato - ha spiegato Masciopinto - per cui seguivamo la linea dura contro alcol e teppisti, ma tolleravamo lo spaccio». Ora un mese di filmati, pedinamenti e testimonianze passeranno in tribunale, ma intanto le risicate quantità di stupefacenti sequestrate - circa due etti in tutto - hanno impedito al giudice di congelare gli arrestati in carcere, limitandosi a un allontanamento dal Veneto. Nel primo pomeriggio però è arrivato il plauso del governatore Luca Zaia per l’arresto: «Mi auguro che questi galantuomini trovino dallo Stato italiano l’accoglienza che meritano: tolleranza zero e massimo rigore nell’applicazione della legge e della conseguente pena».