Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Tante società con le spalle al muro: «Sommersi da richieste di iscrizione ma si naviga a vista. Ora una svolta»
«Sarebbe la morte dello sport di base». La frase rimbalza di bocca in bocca tra i responsabili delle società sportive, e fotografa alla perfezione una situazione che non esitano a definire «drammatica». Motivo: la situazione-palestre non si sblocca, e i giovani atleti si trovano così in mezzo a una strada. Il tutto nonostante la voglia di fare sport ci sia e pure tanta, come testimonia Alberto Franceschini, responsabile del settore giovanile della Virtus Padova, gloriosa società di pallacanestro della città che può contare su un bacino di circa 400 cestisti tra minibasket e settore giovanile: «Avevamo paura che le famiglie potessero non iscrivere i propri figli per paura del Coronavirus, e invece questa settimana siamo stati sommersi dalle richieste. Il problema è che navighiamo a vista tra protocolli che prevedono la presenza di un massimo di 16 atleti alla volta e l’assenza di spazi: per la nostra attività utilizziamo 11 palestre diverse, e io non voglio neanche lontanamente pensare che possano vietarci di svolgere l’attività sportiva. Sono speranzoso, una soluzione verrà trovata».
A condividere il pensiero finale è Massimo Caiolo, responsabile dell’associazione sportiva dilettantistica «Run&jump»: «Abbiamo 350 atleti, tra cui quasi 50 con disabilità che praticano “baskin”, basket inclusivo che giocano insieme a ragazzi normodotati. Per tutti loro lo sport è vita, e anche se adesso stiamo rimediando allenandoci all’aperto l’incognita di cosa accadrà è un pensiero fisso impossibile da scacciare. La problematica della sanificazione delle palestre è reale, ma sono convinto che al di là dell’emergenza e dei costi lo sport di base ripartirà, in un modo o nell’altro».
Più duro Valter Ulgelmo, responsabile degli impianti dell’unione Sportiva Arcella (oltre 200 atleti nel 2019 tra pallavolo e basket): «Mi metto nei panni dei dirigenti scolastici e capisco benissimo le loro motivazioni perché prima di concedere una palestra bisogna avere la certezza di come e ogni quanto sarà igienizzata ma soprattutto da chi. Io purtroppo sono pessimista: ho davvero paura che succederà un casino».