Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Padre Leopoldo e le foto dal set del film di Belluco
«La fotografia in bianco e nero è pura magia ed è misteriosa. La sua potenza sta nell’astrazione della realtà, non c’è colore, ma solo neri e grigi che in una rielaborazione magica trascendono il visivo». Parole del fotografo veneziano Claudio Mainardi, che ha scelto appunto il bianco e nero per la mostra On my shoulders - Fotografie di Claudio Mainardi sul set di Antonello Belluco, a cura di Luisa Bondoni. Mostra che fino a giovedì 8 ottobre sarà visitabile alla Sala Studio Teologico della basilica di Sant’antonio, in Piazza del Santo a Padova (ingresso libero e orario continuato dalle 9 alle 19.30).
In esposizione più di sessanta fotografie di scena realizzate da Claudio Mainardi durante le riprese del film «On my shoulders» di Antonello Belluco, dedicato alla figura di padre Leopoldo Mandic. Prassi apprezzata e consolidata quella di proporre mostre fotografiche che espongano fotografie di scena tratte da film che raccontano il territorio veneto. Modalità che conduce lo spettatore non solo nel backstage del film ma che, grazie alla potenza narrativa dello scatto fotografico, consegna anche un’altra verità: la poesia irripetibile di attimi di cui altrimenti non avremo traccia.
Uno sguardo complice e assorto, intriso di tenerezza. L’irrompere in scena del regista che traccia geometrie invisibili nell’aria, eppure perfettamente chiare agli attori.
I tanti giochi di luce che ritagliano ombre suggestive o entrano da una vetrata di una cattedrale con la potenza evocativa della fede. Sono fotografie che narrano per intero la storia del film, dalla nascita alla realizzazione.
«Una mostra che ci fa scoprire i retroscena della creazione artistica -racconta la curatrice Luisa Bondoni – e svela le ricostruzioni d’epoca, i trucchi e gli abiti di scena».
«Gli scatti raccontano una storia di santità, quella di padre Leopoldo – spiega Giovanna Baldissin Molli, la presidente della Veneranda Arca di Sant’ Antonio - . Negli spazi della Basilica del Santo sono state filmate diverse scene del film».
Nelle fotografie, scene di guerra, di vita quotidiana, di festa, di disperazione, di ricerca interiore.
Tra queste si inserisce la figura - esile ma appassionata del regista padovano Antonio Belluco, l’allestimento, i macchinari di scena. «Intrusioni che rompono la pesantezza di un mondo reale, davvero difficile e doloroso– racconta ancora Giovanna Molli Baldissin – , il mondo al tempo della seconda guerra mondiale». L’esposizione, progettata e realizzata da Vittorio Brondin, è patrocinata dalla Veneranda Arca di Sant’ Antonio con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e il contributo di Alì spa. Per informazioni: www. arcadelsanto.org