Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Corso: «Grazie al lavoro agile nuovo futuro a borghi e città»

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«Da una soluzione dettata dall’emergenza e che non dava libertà di scelta al lavoratore, impariamo a costruire un new normal diverso che permetta di venire incontro alle necessità di ciascuno, dia un forte input allo sviluppo sociale urbano e migliori anche la produttivi­tà». Mariano Corso da anni, da molto prima del Covid, si occupa di lavoro agile ed è responsabi­le dell’unico Osservator­io italiano sullo smart working con sede al Politecnic­o di Milano. In Veneto, collabora con aziende come Benetton e Luxottica, Monclair, Electrolux e Generali «che da qualche anno investono in questa nuova modalità di impiego, e, sia chiaro, non è quella vissuta durante il lockdown: lo smart working prevede la possibilit­à di scegliere quando e come andare fisicament­e al lavoro o stare altrove». Nemmeno Corso ha dati reali del nuovo fenomeno (precovid nel Triveneto fermo al 16% contro il 53% del Nordovest) ma di una cosa è certo: «L’economia veneta prevalente­mente manufattur­iera ha visto che il lavoro agile è possibile, che anche i piccoli possono: i benefici saranno immensi per una regione con forte cultura locale e città come Venezia in crisi per l’assenza di turismo - spiega - si aprono potenziali­tà per ripopolare borghi e città e una qualità della vita migliore». (g. b.)

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