Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Lorenzoni, già 500 test tra i contatti «Sto meglio»
Sono almeno 500, in tutto il Veneto, le persone che, tra ieri e l’altro ieri, si sono recate in ospedale per farsi fare un tampone dopo aver appreso della positività al coronavirus di Arturo Lorenzoni,il professore universitario candidato alla presidenza della Regione per buona parte del centrosinistra (Pd in testa).
Nel lungo elenco, figurano non solo molti dei candidati nelle cinque liste che sostengono la corsa dell’ex vicesindaco di Padova, a cominciare da quelli che hanno preso parte agli incontri elettorali dell’ultima settimana (tenutisi a Mestre, Adria, Porto Viro, San Donà di Piave, Portogruaro, Schio e Castelfranco), ma anche tanti cittadini che, pur non avendo avuto di recente un contatto diretto con
Lorenzoni, hanno comunque voluto sottoporsi al test in via precauzionale.
Inoltre, anche se il loro tampone è risultato negativo, alcuni dei più stretti collaboratori del professore (tra cui l’ex assessore alla
Sicurezza, Marco Carrai, candidato con «Il Veneto che vogliamo»), sono stati obbligati dai medici a restare in isolamento domiciliare fino al 14 settembre. E la stessa sorte è toccata pure alla moglie e a uno dei tre figli di Lorenzoni.
Intanto, le condizioni di salute del professore, in quarantena nella sua casa a due passi da Prato della Valle, sono in netto miglioramento: «La febbre mi è scesa - racconta - e non ho più quel grande mal di testa che avevo venerdì. Martedì o mercoledì della prossima settimana, mi faranno un nuovo tampone. E anche se non potrò uscire fino al 18 settembre (proprio l’ultimo giorno di campagna elettorale, ndr), parteciperò in videoconferenza a tutti gli incontri previsti». Peraltro, proprio per la sera di venerdì 18 settembre, lo staff del professore stava organizzando una grande festa di fine campagna, con tutti i candidati delle sette province e del sindaco di Padova, Sergio Giordani. «Spero davvero che qualcosa si possa fare. Ma in particolare - sorride Lorenzoni - mi auguro di poter andare al seggio con le mie gambe, senza dover ricorrere al voto domiciliare».
Quanto al confronto invocato col governatore Luca Zaia, non ci sarà. O almeno non nella forma che ha in mente Lorenzoni, un match uno-contro-uno. Zaia, che ha già detto di voler rinunciare agli spazi tivù a lui riservati come gesto cavalleresco nei confronti dello sfidante, accetterà di prendere parte solo a confronti che vedano accanto a lui tutti gli altri 8 candidati. Un format non semplice da allestire per i tempi televisivi e difatti a differenza di 5 anni fa né Sky né Porta a Porta si sono fatti avanti. Silenzio anche dalle reti locali, l’unica data cerchiata in agenda è il 18 settembre al Tgr Rai.