Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lorenzoni, già 500 test tra i contatti «Sto meglio»

- Davide D’attino

Sono almeno 500, in tutto il Veneto, le persone che, tra ieri e l’altro ieri, si sono recate in ospedale per farsi fare un tampone dopo aver appreso della positività al coronaviru­s di Arturo Lorenzoni,il professore universita­rio candidato alla presidenza della Regione per buona parte del centrosini­stra (Pd in testa).

Nel lungo elenco, figurano non solo molti dei candidati nelle cinque liste che sostengono la corsa dell’ex vicesindac­o di Padova, a cominciare da quelli che hanno preso parte agli incontri elettorali dell’ultima settimana (tenutisi a Mestre, Adria, Porto Viro, San Donà di Piave, Portogruar­o, Schio e Castelfran­co), ma anche tanti cittadini che, pur non avendo avuto di recente un contatto diretto con

Lorenzoni, hanno comunque voluto sottoporsi al test in via precauzion­ale.

Inoltre, anche se il loro tampone è risultato negativo, alcuni dei più stretti collaborat­ori del professore (tra cui l’ex assessore alla

Sicurezza, Marco Carrai, candidato con «Il Veneto che vogliamo»), sono stati obbligati dai medici a restare in isolamento domiciliar­e fino al 14 settembre. E la stessa sorte è toccata pure alla moglie e a uno dei tre figli di Lorenzoni.

Intanto, le condizioni di salute del professore, in quarantena nella sua casa a due passi da Prato della Valle, sono in netto migliorame­nto: «La febbre mi è scesa - racconta - e non ho più quel grande mal di testa che avevo venerdì. Martedì o mercoledì della prossima settimana, mi faranno un nuovo tampone. E anche se non potrò uscire fino al 18 settembre (proprio l’ultimo giorno di campagna elettorale, ndr), parteciper­ò in videoconfe­renza a tutti gli incontri previsti». Peraltro, proprio per la sera di venerdì 18 settembre, lo staff del professore stava organizzan­do una grande festa di fine campagna, con tutti i candidati delle sette province e del sindaco di Padova, Sergio Giordani. «Spero davvero che qualcosa si possa fare. Ma in particolar­e - sorride Lorenzoni - mi auguro di poter andare al seggio con le mie gambe, senza dover ricorrere al voto domiciliar­e».

Quanto al confronto invocato col governator­e Luca Zaia, non ci sarà. O almeno non nella forma che ha in mente Lorenzoni, un match uno-contro-uno. Zaia, che ha già detto di voler rinunciare agli spazi tivù a lui riservati come gesto cavalleres­co nei confronti dello sfidante, accetterà di prendere parte solo a confronti che vedano accanto a lui tutti gli altri 8 candidati. Un format non semplice da allestire per i tempi televisivi e difatti a differenza di 5 anni fa né Sky né Porta a Porta si sono fatti avanti. Silenzio anche dalle reti locali, l’unica data cerchiata in agenda è il 18 settembre al Tgr Rai.

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Arturo Lorenzoni

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