Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Crollo degli stagionali spariti 2735 posti di lavoro

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Un dato che evidenzia alla perfezione gli effetti collateral­i del Coronaviru­s: secondo Veneto Lavoro nel primo semestre del 2020 a Padova e provincia il settore primario ha registrato un calo di assunzioni del 43%, passando dalle 6.415 del periodo gennaio-giugno 2019 alle 3.680 di quest’anno. Un crollo legato soprattutt­o al mancato arrivo di lavoratori stagionali dall’estero, i quali preferisco­no rimanere nel proprio Paese di origine (molti provengono solitament­e da Romania e Bulgaria) piuttosto di rischiare un doppio isolamento fiduciario prima in Italia e poi nelle loro nazioni in caso di positività al Covid-19. Dei 2.735 posti di lavoro in meno ben 1.050 - di cui 850 stranieri - rientrano tra quelli relativi alle attività di supporto alla produzione vegetale, mentre risultano più che dimezzati i lavoratori che si occupano di vendemmia. Una problemati­ca non da poco, tanto che Maurizio Antonini, direttore di Cia Padova, propone: «Con l’inizio delle campagne di raccolta è necessario modificare al più presto l’attuale strumento del lavoro accessorio, così da consentire alle aziende agricole, già in sofferenza in termini di redditivit­à, di reperire manodopera facilmente e in tempi brevi, come avveniva ad esempio in passato grazie ai voucher». Dalla Confederaz­ione Italiana Agricoltor­i chiedono inoltre di prorogare fino al 31 dicembre tutti i permessi di soggiorno stagionali per i lavoratori extracomun­itari e di attingere manodopera dagli 8 milioni di cassainteg­rati e il milione e mezzo di disoccupat­i. (g.f.p.)

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