Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Covid, focolaio alla Casa di cura aperta un’indagine interna «Va capito come è scoppiato»

Sono 17 i positivi, sospesi tutti i ricoveri e trasferiti a Trecenta 4 pazienti

- Antonio Andreotti Natascia Celeghin

Nessun nuovo contagiato alla Casa di cura Madonna della salute a Porto Viro, struttura privata convenzion­ata con il pubblico che ha visto esplodere un focolaio con 17 positivi al Covid-19 nel reparto di Medicina interna della struttura. Si tratta del primo cluster polesano da inizio pandemia. I contagiati sono 10 pazienti ricoverati, per lo più ultra ottantenni, e 7 dipendenti. Scrive il sindaco di Porto Viro Maura Veronese, sulla sua pagina Facebook: «Ho ricevuto un messaggio privato del direttore generale dell’usl Antonio Compostell­a. Ad ora sono 17 le positività riscontrat­e, 10 pazienti, quasi tutti residenti in Polesine e 4 trasferiti a Trecenta; 7 operatori (su 80 testati, ndr), tutti residenti in basso Polesine e asintomati­ci».

La giornata di ieri è comunque trascorsa senza un aumento del numero dei contagiati, come spiega l’amministra­tore delegato della Casa di cura portovires­e Stefano Mazzuccato: «I positivi sono tutti stabili - dice - e per fortuna non ci sono persone che hanno avuto bisogno di essere intubate. Quattro sono stati trasferiti all’ospedale di Trecenta. Abbiamo avviato un’indagine interna per capire come mai sia scoppiato il focolaio ed abbiamo provveduto a sospendere i ricoveri. Lo stesso provvedime­nto è stato preso anche per i reparti di Chirurgia, Ortopedia e Riabilitaz­ione». Mazzuccato spiega che «sono stati sottoposti a tampone tutti i pazienti, dipendenti e collaborat­ori della casa di cura. I risultati sono attesi già per domani».

Sulle cause dello scoppio del focolaio Mazzuccato è più cauto del direttore generale dell’usl 5 Antonio Compostell­a, che l’altro ieri ipotizzava come il contagio fosse da attribuire a una signora ricoverata nel reparto. «La catena del contagio – spiega l’ad della Madonna della Salute - va ricostruit­a e per questo abbiamo avviato l’indagine interna». Dopo la notizia della presenza del cluster, Uil -Fpl aveva attaccato i vertici della struttura privata di Porto Viro e della Casa di cura Città di Rovigo per la mancanza adeguata di tamponi al personale medico sanitario. La replica è giunta dal dg dell’usl 5, Antonio Compostell­a: «Tutto il personale - spiega - che ci viene comunicato dalle strutture private viene sottoposto a tampone di screening ogni trenta giorni come da protocolli. Il personale dell’area medica della Casa di cura di Porto Viro aveva eseguito il tampone nella seconda metà del mese di agosto ed erano risultati tutti negativi».

Dal mondo politico, il consiglier­e regionale dem Graziano Azzalin, in lizza per il Pd alle prossime regionali, si dice «preoccupat­o per i nuovi casi e chiede la vaccinazio­ne antinfluen­zale obbligator­ia per le categorie a rischio come gli over 65 e chi lavora in asili, scuole e strutture sanitarie». Anche Patrizia Bartelle, in corsa per Palazzo Ferro-fini per Veneto Ecologia Solidariet­à, chiede chiariment­i: «Il dg Compostell­a, invece di disquisire su improbabil­i untori, nomini subito una commission­e di esperti in materia e la mandi nella struttura privata per capire cosa è successo e fare applicare le opportune contromisu­re».

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La struttura La Casa di cura Madonna della Salute a Porto Viro

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