Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Un esempio dal passato per la democrazia futura: sorteggiare i parlamentari
Sul votare «sì» o «no» al referendum relativo alla legge costituzionale «tagliaparlamentari» circolano voci talvolta palesemente inesatte. Qualcuno sostiene che la legge in questione sarebbe composta da molti articoli, in parte di difficile interpretazione. In realtà come può dedursi dalla Gazzetta Ufficiale numero 240 del 12 ottobre 2019 si tratta solo di quattro articoli che prevedono la riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200 (articoli 1 e 2). L’articolo 3 così prescrive: «Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può essere superiore a cinque».
In tal modo, a mio avviso, si è voluto chiarire che cinque senatori a vita di nomina presidenziale è un limite invalicabile, escludendo che ogni Presidente abbia la possibilità di nominarne cinque (in base a tale tesi nel 1992 vi furono contemporaneamente undici senatori a vita). L’ articolo 4 prevede che le riduzioni di parlamentari si applichino «a decorrere dalla data del primo scioglimento o dalla prima cessazione delle Camere, successiva alla data di entrata in vigore della presente legge»: evidentemente ci vorrà, in caso di vittoria dei «si», una nuova legge elettorale e questo potrebbe essere un problema da non sottovalutare. Taluno afferma che vi sarebbe un vulnus alla rappresentanza democratica ed un rafforzamento dei partiti. In realtà i partiti sono già «robustissimi» : con le liste per la Camera «bloccate» ed i collegi senatoriali assegnati dalle segreterie dei partiti, quali nominativi di parlamentari scelgono gli elettori? Del resto l’italia attualmente è la Nazione con il numero più alto di parlamentari, complessivamente 945; in Germania sono 709, nel Regno Unito 650, in Francia 577. Io, comunque, sarei per una soluzione più drastica, come proposto da Antonio Martino nel libro pubblicato nel 2004 intitolato Semplicemente liberale, vale a dire per la selezione dei membri del Parlamento tramite sorteggio tra i cittadini, metodo ampliamente usato in civilissime città greche come Atene.