Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sexy ricatto al prete: due arresti
Un rapporto sessuale con uno straniero si è trasformato in un incubo per giorni
Un nuovo scandalo a luci rosse scuote la chiesa padovana. Un momento di debolezza del sacerdote, il rapporto omosessuale in canonica e il ricatto a suon di quattrini.
Un’estorsione dai contorni erotici si è consumata la scorsa settimana ai danni di un sacerdote titolare di una parrocchia dell’alta Padovana in una frazione del Camposampierese e ha portato all’arresto di due fratelli marocchini maggiorenni.
Un momento di debolezza del sacerdote, il rapporto omosessuale in canonica e il ricatto a suon di quattrini. Un’estorsione dai contorni erotici si è consumata la scorsa settimana ai danni di un sacerdote titolare di una parrocchia dell’alta Padovana in una frazione del Camposampierese e ha portato all’arresto di due fratelli marocchini maggiorenni. Ad ammanettarli sono stati i carabinieri del comando provinciale di Padova coordinati dal pm di turno Lucia Rossi della procura di Padova, al termine di alcuni giorni rocamboleschi che hanno avuto come protagonista il religioso. Tutto ha avuto inizio all’interno dell’abitazione del prelato dove il ventenne nordafricano era solito aiutarlo in alcune faccende e lavoretti in cambio di un piccolo aiuto economico.
Tra i due è scattata una forte (e pare improvvisa) attrazione tanto che il giovane marocchino ha avuto un rapporto sessuale con il prelato, sembra per la prima volta e senza essere costretto.
Consumato il rapporto il ventenne è rientrato a casa e ha raccontato quanto accaduto al fratello maggiore che l’ha convinto a tornare dall’uomo e a chiedergli un’importante quantità di denaro per comprare il suo silenzio. «O ci dai 40 mila euro oppure tutto il paese saprà delle tue perversioni», sono state le minacce.
Il sacerdote, nel panico per la situazione sconveniente e impaurito che la voce di quanto avvenuto si diffondesse tra i fedeli arrivando ai piani alti della curia padovana, ha cercato di racimolare in fretta la cifra, rendendosi presto conto che sarebbe stato impossibile trovare in poche ore così tanto contante.
L’ultimo tentativo per evitare che le sue gesta diventassero di dominio pubblico è stato fatto venerdì quando, sotto le costanti intimidazioni del marocchino, gli avrebbe proposto di accontentarsi di 4 mila euro. Quella stessa notte il prelato non ha chiuso occhio: mosso da un profondo rimorso di coscienza e da un turbamento che non l’ha mai abbandonato, di mattina presto si è affacciato alla locale stazione dei carabinieri e ha raccontato per filo e per segno tutti i dettagli della vicenda oltre alle minacce che stava subendo da inizio settimana.
A quel punto i militari avrebbero consigliato al sacerdote di darsi appuntamento con i due aguzzini in un campo nelle campagne del Camposampierese, lontano da occhi indiscreti, per la consegna della busta coi 4 mila euro.
I due parenti stranieri hanno accettato l’invito e si sono fatti trovare puntuali all’incontro. Il sacerdote ha consegnato i contanti e mentre entrambi si allontanavano a piedi sono spuntati i carabinieri in borghese che li hanno ammanettati con l’accusa di estorsione aggravata in concorso. Per loro si sono spalancate le porte del carcere Due Palazzi. Questa e mattina compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari per la convalida dell’arresto.