Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Norme covid, chiusi dieci locali nuova bufera sul Pride Village
Niente gel e mascherine:: sanzioni e stop. Nuovi assembramenti in fiera
Sale a dieci il numero di locali cittadini che, soltanto nelle ultime quattro settimane, sono stati sanzionati da polizia e vigili urbani con una multa di 400 euro e la chiusura forzata per cinque giorni. Il motivo? Non aver rispettato le direttive sanitarie anti-coronavirus, in particolare quella che impone sia al titolare che a tutti i suoi dipendenti di tenere sempre la mascherina.
In ordine di tempo, l’ultimo pubblico esercizio colpito da tale «stangata» è stato il The Lake di viale della Regione Veneto, a due passi da Padovaland, dove la sera di sabato scorso gli agenti hanno sorpreso più di qualche barista che appunto non indossava la mascherina in maniera corretta nonché verificato l’assenza sia della cartellonistica obbligatoria che dei dispenser di gel igienizzante per le mani (pure questi obbligatori). Un’assenza, quest’ultima, che una decina di giorni fa era già costata molto cara al Chiosco di via Ariosto, a poca distanza dagli impianti sportivi del Cus di via Corrado: il locale, sanzionato con 400 euro di multa, potrà riaprire i battenti solamente domani, dopo essere stato chiuso per l’intero weekend.
I controlli “congiunti” di polizia e vigili urbani non paiono insomma conoscere sosta. Anzi, nelle prossime sere, dovrebbero addirittura essere intensificati: d’altronde, finite quasi per tutti le vacanze estive, la città si è ormai completamente ripopolata e il virus, in particolare nei luoghi della cosiddetta “movida”, potrebbe riprendere a circolare con una certa insistenza.
Nelle scorse settimane, gli stessi provvedimenti assunti contro il The Lake e il Chiosco avevano colpito altri otto locali del capoluogo. Cioè il Ktv Disco Bar di via Giotto, il Bangla Fast Food di via Aspetti, l’antica Cina di via Valeri, il
Lago di Sole di via Vigonovese, il Bar Eden di via Madonna della Salute, il Bar Buonarroti di via Buonarroti, la Cantinetta San Carlo di via Vecellio e l’osteria alla Pergola di via del Cristo.
Intanto, Filippo Segato, segretario dell’appe (l’associazione dei pubblici esercizi di Padova e provincia), commenta duramente il «caso» del Padova Pride Village: anche sabato scorso, all’interno della Fiera di via Tommaseo, sono infatti state viste molte persone che ballavano senza mascherina una a fianco dell’altra.
«Le foto e i video pubblicati sui social - attacca Segato documentano la reiterazione di comportamenti scorretti già avvenuti nel recente passato e però mai sanzionati, a differenza delle multe e delle chiusure forzate che sono state comminate a molti dei nostri associati. Evidentemente, in città, esistono delle zone franche dove sembra che tutto
” Segato (Appe) Anche sabato in Fiera han visto tante persone ballare vicine: le regole sono uguali per tutti?
” Bonavina (Sicurezza) Immagini inequivocabili, nei prossimi giorni manderemo più vigili alla manifestazione
sia concesso: non ci interessa sapere se alla base di ciò ci siano motivi politici o di altro genere (il Village è organizzato da una società privata che fa capo al deputato del Pd, Alessandro Zan, ndr), ma vogliamo soltanto che il rispetto delle regole valga indistintamente per tutti». Immediata la replica dell’assessore alla Sicurezza, Diego Bonavina: «Le immagini, purtroppo, sono inequivocabili. E quindi, nei prossimi giorni, i controlli dei vigili si concentreranno soprattutto sulla manifestazione in corso in Fiera».
Nel frattempo, ieri, direttive anti-covid a parte, gli agenti hanno disposto la chiusura per due settimane del Wine Bar Strasse di via Gritti che, tra una «leggerezza» e l’altra, ha esaurito i punti della speciale patente riservata ai bar del centro storico.