Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Acc, banche disponibili a concedere il prestito»
Quadra forse più vicina per la questione del prestito-ponte che dovrebbe garantire la sopravvivenza di Acc, fabbrica bellunese di compressori per frigoriferi in amministrazione straordinaria. L’azienda, «abbandonata» al proprio destino dalla proprietà cinese di Wanbao, è stata sul punto di chiudere i battenti e di lasciare a casa tute blu e colletti bianchi. Invece, in breve tempo, grazie al lavoro del commissario Maurizio Castro, ha dato vita ad un ambizioso piano industriale basato su un nuovo modello di compressore, a velocità variabile e ad alte prestazioni, che sarà industrializzato l’anno prossimo. Castro ha riannodato i rapporti con clienti e fornitori, puntando sull’aumento dei volumi, che dovrebbero presto raggiungere i 3,5 milioni di pezzi. E ha riassunto 18 lavoratori licenziati un anno fa. Solo che il 30 settembre non ci sarà più un soldo in cassa. Per cui ha chiesto alle banche un finanziamento di 12 milioni e 451 mila euro, dei quali occorrerebbe anticipare 6 milioni. Gli istituti di credito per settimane hanno glissato. E ciò nonostante la mobilitazione di sindacati e lavoratori, che sei giorni fa si sono fatti sentire davanti alle sedi locali di alcune banche.
Per spingere sull’acceleratore, l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan ha convocato per oggi alle 10, a Veneto Lavoro, un tavolo allargato sul tema, con il commissario, i sindacati, Veneto Sviluppo, il prefetto di Belluno Adriana Cogode, il presidente della Provincia Roberto Padrin (cha fa sapere che sarà della partita), il sindaco di Borgo Valbelluna Stefano Cesa, nonché il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’incà e la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde. Sono stati i due rappresentanti di governo, ieri, ad annunciare in una nota congiunta novità. La Todde ha dichiarato che «alcuni istituti di credito hanno dato la disponibilità per la concessione del prestito». D’incà conferma: «La disponibilità c’è». Se ne saprà di più oggi. I sindacati, intanto, si dicono fiduciosi. E dalla Regione trapela un cauto ottimismo.