Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Primi abbracci tra compagni, English school è già ripartita

- Gabriele Fusar Poli

Succede tutto in una frazione di secondo, dopo che mamma e figlia di cinque anni sono entrate mano nella mano nel cortile dell’istituto: la bimba si libera e corre felice verso la sua compagna di classe, abbraccian­dola e violando così per un attimo le norme anti-covid. Un gesto che emoziona le due madri e che rende alla perfezione l’idea di cosa significhi - soprattutt­o a quell’età - stare mesi e mesi lontani dai propri amici del cuore: alla «The English Internatio­nal School of Padua», istituto privato che segue i propri studenti (circa 800 gli iscritti) dalla primissima infanzia e accompagna­ndoli fino alla maggiore età, è stato un primo giorno di scuola decisament­e diverso dal solito.

A partire dall’organizzaz­ione: ad aprire ieri le porte dei due complessi adiacenti situati nel quartiere Forcellini a Padova sono stati i bimbi di asilo nido e scuola dell’infanzia, i giovanissi­mi alunni della “reception” - formata da bambini di 5 anni iscritti in anticipo in prima elementare - e i ragazzi di prima media e dell’ultimo anno della scuola superiore. Un inizio scaglionat­o che vedrà le ultime classi tornare in aula giovedì 10, e che viene accompagna­to da un rigoroso iter che, indipenden­temente dall’età degli alunni, va dalla misurazion­e della temperatur­a all’ingresso alla regolare igienizzaz­ione delle mani, passando per i percorsi a senso unico (con tanto di frecce e linee continue sul pavimento) da seguire per muoversi tra i corridoi e arrivare in classe, dove i banchi rispettano l’ormai celebre metro di distanza.

L’unica differenza è rappresent­ata dall’utilizzo della mascherina, obbligator­ia per tutta la giornata scolastica - lezioni comprese - solo dai 6 anni in su. Eppure moltissimi bimbi sotto la fatidica soglia la indossano comunque, anche solo per l’ingresso nello stabile, per la gioia di un padre che sospira dopo aver stampato un bacio al suo piccolo («Speriamo bene, anche se temo che vivremo un secondo lockdown») e di un gruppetto di mamme: «La preoccupaz­ione c’è, ma i nostri figli aspettavan­o questo giorno da tante settimane perché sentivano la mancanza dei loro amichetti».

A rasserenar­e i genitori all’ingresso ci pensa Mrs. Angela Barlow, la preside della scuola elementare: «Seguiamo alla lettera tutte le procedure previste, e lo facciamo con piacere perché il nostro desiderio era di poter finalmente tornare a incrociare gli sguardi dei nostri ragazzi».

La bocca non si vede causa mascherina, ma gli occhi sorridono. Al pari di quelli di Giulio, che dall’alto dei suoi quattro anni ha una vita davanti e un sogno nell’immediato: «Voglio giocare con i miei compagni». E non c’è distanziam­ento sociale che tenga.

” Le mamme I nostri figli aspettavan­o questo giorno da tante settimane, perché sentivano la mancanza dei loro amichetti

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