Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Belluco e il film su San Leopoldo «Storia cristiana»
Il regista padovano Belluco alla presentazione: «Difficile fare pellicole cristiane. No ai lavori con i soliti noti, ho cercato volti nuovi»
«Èdifficile fare del cinema cristiano», ammette il regista Antonello Belluco all’anteprima di On my shoulders - Sulle mie spalle, film che racconta, attraverso la storia di una famiglia padovana tra le due Guerre, la figura di San Leopoldo Mandic. Un lungometraggio, prodotto da Eriadorfilm, che ha avuto una genesi travagliata, tanto che il primo annuncio di uscita nelle sale era stato fissato al 2016 e che, da oggi, sarà distribuito nei cinema di tutt’italia. On my shoulders - Sulle mie spalle è stato prodotto, sceneggiato, diretto e montato da Belluco, regista padovano conosciuto per il suo esordio cinematografico Antonio, guerriero di Dio del 2006, basato sulla vita di Sant’antonio da Padova, che con questa nuova avventura cinematografica riprende il tema della santità dedicando la nuova opera a padre Leopoldo Mandic che fino alla sua scomparsa nel 1942 ha vissuto a Padova, nel convento dei frati Cappuccini adiacente alla chiesa della Trasfigurazione.
Una figura meno nota nel mondo se paragonata a Sant’antonio, ma non per questo meno amata dalle persone che lo hanno conosciuto e che a lui si sono rivolte nel momento del bisogno. Uomini e donne di fronte a cui San Leopoldo non ha mai lesinato parole e azioni di conforto. Lo stesso titolo del film, On my shoulders, riprende la frase «Butta tutto sulle mie spalle» che il santo ripeteva spesso a chi si rivolgeva a lui, in situazioni di difficoltà. «A differenza di Antonio, Leopoldo ha trascorso gran parte della sua vita in un confessionale - racconta il regista Belluco - una situazione oggettivamente poco cinematografica. Tuttavia, leggendo tra le righe della sua vita, ho individuato nelle testimonianze di chi gli è stato accanto l’elemento che mi avrebbe aiutato a raccontarla. Non quindi un film biografico, ma una storia vera narrata attraverso le storie degli altri».
Il film abbraccia infatti gli anni dal 1915 al 1945 e racconta la vicenda delle famiglie Brandi e Filangeri e di alcuni personaggi di spicco della città di Padova che attraversano la tragedia del primo conflitto mondiale e dei difficili anni del dopoguerra. «A volte vien
da pensare che cambia il numero degli anni sul calendario, ma in realtà la storia dell’uomo, con le sue fragilità e il suo bisogno di salvezza, non cambiano - continua Belluco – di fronte alla guerra e alla crisi economica di allora, così come oggi davanti a un’epidemia che non sappiamo fronteggiare, c’è chi rischia di rassegnarsi all’impotenza, magari immaginando che un gesto estremo possa essere la soluzione. Sono abituato a vedere un cinema italiano fatto sempre dei soliti nomi, dei soliti noti. Ho cercato di attingere sempre a delle fonti nuove».
Il film è stato girato a Padova, di cui si riconoscono molte vie del centro storico, oltre al convento e alla Basilica del Santo, e in parte anche ad Abano Terme, nel Grand Hotel Trieste & Victoria e nella zona pedonale. A interpretare padre Leopoldo è Paolo De Vita (visto in La meglio gioventù, Il caimano e Anonymous, tra i molti film girati) che ne restituisce la grande umanità e umiltà. «Sono stato aiutato molto da padre Flaviano Gusella che mi ha aiutato a restituire ai fedeli il grande conforto che San Leopoldo offriva ai fedeli - spiega De Vita - nella sua confessione cercava di dare una rinascita alla vita. Aveva una capacità empatica: nel perdono diventava compassione verso l’umano». Nel cast Taryn Power, sorella di Romina, al suo ultimo ruolo prima della morte lo scorso giugno, Beatrice Sabaini e Diego De Francesco, esordiente, che interpreta il protagonista Andrea Brandi.