Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Via dalle scuole il 20% dei seggi Padova è leader con la provincia
In città gli istituti liberati dalle urne salgono a 5 Persone in quarantena, il voto a casa è un flop
Malgrado il poco tempo a disposizione e i diversi aspetti burocratici da rispettare, siamo di fronte a un risultato inatteso, con pochi riscontri finora in Italia. In vista della tornata elettorale di domenica e lunedì prossimi (Regionali, referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari e amministrative in otto Comuni, il più grande è Campodarsego), sono infatti 37, su un totale di 102, i Comuni della provincia di Padova che sono riusciti a spostare alcuni seggi fuori dalle scuole, permettendo così agli alunni di non interrompere le lezioni che sono riprese appena da quattro giorni.
Nel complesso, in tutto il territorio euganeo, dando retta ai dati diffusi ieri dal viceprefetto aggiunto Mattia Carniello, sono state trasferite 179 sezioni su 888, pari al 20,1%. Molto più contenuta la percentuale in città (9,2%%), dove ne sono state dislocate «soltanto» 19 su 206. Nello specifico, all’ombra del Santo, gli istituti «liberati» dai seggi, nei quali dunque bambini e ragazzi potranno tranquillamente proseguire l’anno scolastico cominciato lunedì scorso, sono cinque: le elementari Manin di via Tre Garofani, San Camillo de Lellis di via Sanudo, Arcobaleno di via Santi Fabiano e Sebastiano e Deledda di via Cortivo e la media Mameli di via Agnusdei (gli studenti di quest’ultima, peraltro, a causa del protrarsi dei lavori di ristrutturazione antisismica dell’edificio a due passi dall’ospedale di via Giustiniani, stanno ancora facendo lezione nella parrocchia della Madonna
Pellegrina in via D’acquapendente). Ma le novità, sempre nel capoluogo, non finiscono qui. Nel senso che, alla luce del voto in programma domenica e lunedì prossimi, sono state «liberate» anche tre case di riposo per anziani: la sede dell’ira di via Beato Pellegrino e le due dell’oic di via Gemona e via Nazareth. E così, soltanto a Padova, i cittadini che dovranno recarsi in un seggio diverso da quello abituale sono più di 14.200.
Nel frattempo, in tutta la provincia, sono appena 34, su un totale di 1.502, le persone in isolamento domiciliare perché positive al coronavirus (o in contatto con un infetto) che, entro la scadenza dell’altro ieri, hanno chiesto di poter ugualmente esercitare il loro diritto di voto. E tra i 12 in quarantena che risiedono in città, c’è pure l’ex vicesindaco
Arturo Lorenzoni, che dopo dieci giorni di ricovero è stato dimesso dal reparto di Malattie Infettive di via Giustiniani. L’ingegnere-professore universitario del Bo, candidato alla presidenza della Regione per gran parte del centrosinistra, verrà raggiunto a casa da un operatore dell’usl 6 Euganea incaricato appunto di raccogliere il suo voto.