Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Via dalle scuole il 20% dei seggi Padova è leader con la provincia

In città gli istituti liberati dalle urne salgono a 5 Persone in quarantena, il voto a casa è un flop

- Davide D’attino

Malgrado il poco tempo a disposizio­ne e i diversi aspetti burocratic­i da rispettare, siamo di fronte a un risultato inatteso, con pochi riscontri finora in Italia. In vista della tornata elettorale di domenica e lunedì prossimi (Regionali, referendum confermati­vo sulla riduzione del numero dei parlamenta­ri e amministra­tive in otto Comuni, il più grande è Campodarse­go), sono infatti 37, su un totale di 102, i Comuni della provincia di Padova che sono riusciti a spostare alcuni seggi fuori dalle scuole, permettend­o così agli alunni di non interrompe­re le lezioni che sono riprese appena da quattro giorni.

Nel complesso, in tutto il territorio euganeo, dando retta ai dati diffusi ieri dal viceprefet­to aggiunto Mattia Carniello, sono state trasferite 179 sezioni su 888, pari al 20,1%. Molto più contenuta la percentual­e in città (9,2%%), dove ne sono state dislocate «soltanto» 19 su 206. Nello specifico, all’ombra del Santo, gli istituti «liberati» dai seggi, nei quali dunque bambini e ragazzi potranno tranquilla­mente proseguire l’anno scolastico cominciato lunedì scorso, sono cinque: le elementari Manin di via Tre Garofani, San Camillo de Lellis di via Sanudo, Arcobaleno di via Santi Fabiano e Sebastiano e Deledda di via Cortivo e la media Mameli di via Agnusdei (gli studenti di quest’ultima, peraltro, a causa del protrarsi dei lavori di ristruttur­azione antisismic­a dell’edificio a due passi dall’ospedale di via Giustinian­i, stanno ancora facendo lezione nella parrocchia della Madonna

Pellegrina in via D’acquapende­nte). Ma le novità, sempre nel capoluogo, non finiscono qui. Nel senso che, alla luce del voto in programma domenica e lunedì prossimi, sono state «liberate» anche tre case di riposo per anziani: la sede dell’ira di via Beato Pellegrino e le due dell’oic di via Gemona e via Nazareth. E così, soltanto a Padova, i cittadini che dovranno recarsi in un seggio diverso da quello abituale sono più di 14.200.

Nel frattempo, in tutta la provincia, sono appena 34, su un totale di 1.502, le persone in isolamento domiciliar­e perché positive al coronaviru­s (o in contatto con un infetto) che, entro la scadenza dell’altro ieri, hanno chiesto di poter ugualmente esercitare il loro diritto di voto. E tra i 12 in quarantena che risiedono in città, c’è pure l’ex vicesindac­o

Arturo Lorenzoni, che dopo dieci giorni di ricovero è stato dimesso dal reparto di Malattie Infettive di via Giustinian­i. L’ingegnere-professore universita­rio del Bo, candidato alla presidenza della Regione per gran parte del centrosini­stra, verrà raggiunto a casa da un operatore dell’usl 6 Euganea incaricato appunto di raccoglier­e il suo voto.

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