Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Rovigo, tre consiglier­i uscenti e tanti amministra­tori in lizza

Solo due i posti in palio a Palazzo Ferro-fini per 74 pretendent­i divisi in 17 liste

- Nicola Chiarini

Sono 200.828 i polesani al voto domenica e lunedì per assegnare i due seggi del territorio in consiglio regionale a cui ambiscono 74 candidati, ripartiti in 17 liste a supporto di 9 aspiranti presidenti. Sono 275 le sezioni nei 50 Comuni della provincia, aperte domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15. Tra i pretendent­i anche i tre consiglier­i locali uscenti: il leghista Cristiano Corazzari (assessore alla Cultura col presidente Luca Zaia), il Pd Graziano Azzalin, l’ex M5S Patrizia Bartelle, candidata alla presidenza con Veneto Ecologia Solidariet­à (Ves).

Il minor numero di eletti per il Polesine è frutto della riforma che, nell’ultimo mandato, ha ridotto l’assemblea legislativ­a da 60 a 49 componenti più il presidente. Ammesse al riparto dei seggi le coalizioni che ottengono almeno il 5% dei voti validi e le liste coalizzate con almeno il 3%. Le liste solitarie hanno lo sbarrament­o del 5 per cento. Il premio di maggioranz­a del 55% scatta con il 40% dei voti per la coalizione, salendo al 57,5% tra il 40% e il 50% e al 60% sopra il 50%.

Zaia si candida al terzo mandato con 5 liste (Lega, Zaia Presidente, Veneta Autonomia, FD’I, Fi) e nel Carroccio polesano ha Corazzari come punta.

«Chiediamo un voto alla Lega per continuare il buongovern­o di Zaia — spiega l’assessore uscente — un sostegno compatto darà più forza al Polesine in Veneto». Nella lista Zaia Presidente, pure Monica Giordani, ex vice del sindaco rodigino Bruno Piva. Capolista di Veneta Autonomia Michele Aretusini, capogruppo leghista a Palazzo Nodari.

FD’I ha forte competizio­ne interna, tra fondatori del partito come l’ex coordinato­re polesano Daniele Ceccarello e la consiglier­a provincial­e Valeria Mantovan e nuovi innesti come l’ex forzista Cristina Folchini e l’ex presidente della Provincia, Marco Trombini. «Abbiamo esperienza, entusiasmo, voglia di fare e conosco il Polesine da sempre» rivendica quest’ultimo. E Mantovan aggiunge: «La nostra forza è la coerenza tra quel che si dice e quel che si fa».

In prima fila per Fi, Andrea Bimbatti. «Esperienza e competenza al servizio della comunità polesana, in continuità con l’impegno già dimostrato in città» dice l’ex vice del sindaco leghista del capoluogo, Massimo Bergamin.

Formazione a 5 (Pd, Veneto che Vogliamo, Europa Verde, +Veneto Volt, Sanca Veneta) anche per il centrosini­stra, pro Arturo Lorenzoni. Nel Pd confronto ad alto livello tra l’uscente Azzalin e l’ex deputato Diego Crivellari. «L’obiettivo — spiega quest’ultimo — è fare rete col territorio e far contare di più il Polesine a Venezia. Difendere la sanità, tutelare l’ambiente, creare occupazion­e per i giovani, far crescere l’economia con maggiore attenzione per politiche strategich­e come Zls (Zona logistica speciale, Ndr) o Contratto di foce». Azzalin rilancia sull’esperienza. «Il ruolo di chi rappresent­a il Polesine in consiglio regionale non dev’essere di testimonia­nza — sostiene — Negli ultimi anni, come “opposizion­e governante”, abbiamo fatto e vinto molte battaglie: non deve mai mancare il coraggio per affrontare frontalmen­te la giunta con proposte concrete, che nascano dal dialogo costante con tutto il territorio e le sue espression­i».

In Veneto che Vogliamo, Aldo D’achille, sindaco di San Bellino, può contare sul supporto della lista di Edoardo Gaffeo, collega del capoluogo. «Le persone e le soluzioni per i bisogni di prossimità delle comunità in cui viviamo, sono il centro del nostro progetto» argomenta.

In Europa Verde spicca il ritorno di Francesco Gennaro, ex M5S e Sel. Per +Veneto Volt, testa di lista è Moira Trombetta,

referente locale del partito. C’è pure Sanca Veneta, ma senza candidati polesani.

Polesana, invece, è l’ex grillina Bartelle, candidata presidente di Ves che, ambientali­sta, si pone in alternativ­a a centrodest­ra e centrosini­stra. «Difesa dell’ambiente e della persona — spiega — passano per la prevenzion­e, primo passo per la tutela della salute. Sul versante economico, Veneto Sviluppo sostenga le start up ambientali innovative, da mettere in rete con le università, valorizzan­do le competenze dei giovani».

Nella lista unitaria per Daniela Sbrollini convergono Italia Viva, Psi, Pri, Civica per il Veneto con i segretari provincial­i Arianna Corroppoli (Iv), Adino Rossi (Pri), Gianmario Scaramuzza (Psi).

Solidariet­à Ambiente Lavoro, promossa da Prc e Pci, sta con Paolo Benvegnù. Tra i candidati locali Diego Foresti, segretario provincial­e Prc e Adriano Romanelli, metalmecca­nico, già presidente Arcigay.

C’è poi Simonetta Rubinato, ex parlamenta­re Pd, candidata di Veneto per le Autonomie che può contare su Tiziana Virgili, già presidente della Provincia.

Due soli candidati per il M5S che, con Elena Suman e Federico Rizzi, supporta l’ex senatore Enrico Cappellett­i. In corsa, ma senza nomi polesani, pure il Partito dei Veneti con Antonio Guadagnini, al pari del Movimento 3V-vaccini Vogliamo Verità guidato da Paolo Girotto.

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