Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Ora Zaia porti a casa l’autonomia per i veneti»
«Il nostro non è che un inizio». Simonetta Rubinato, ex sindaco e onorevole fuori uscita un anno fa dal Pd in rotta di collisione sull’autonomia ora «augura a Zaia di dare al Veneto ciò che merita». E lo stesso fa Alessio Morosin, in corsa con il Partito dei Veneti, «Zaia è il jolly piglia tutto, ma avendo triplicato la Lega, si dimostra essere l’uomo del territorio e noi questo volevamo essere: rappresentanti del Veneto che ha bisogno di risposte». Entrambi, Rubinato e Morosin, garantiscono che non resteranno a guardare ma pungoleranno il presidente sul tema dei temi:
” Rubinato Sempre detto che la nostra è una start up di un progetto culturale e politico
l’autonomia della regione. «Il governatore si gioca tutta la partita - sottolinea Morosin - o diventa l’eroe dei veneti o finisce nell’ignominia. Ha una grande responsabilità, se davvero riesce a farcela senza farsi condizionare dai partiti, come ha promesso anche oggi (ieri, ndr) dal palco di Treviso gliene daremo atto: gloria al veneto Zaia». Trionfo di Zaia a parte, Rubinato ricorda che «fin dall’inizio avevamo detto che la nostra non è che una start up - precisa coglievamo l’occasione del voto regionale per lanciare un progetto politico e prima ancora culturale». Rubinato, che dalla Margherita era traghettata nei democratici, in realtà aveva già provato a correre per la presidenza del Veneto ma era stata fermata alle primarie: nel 2014 il suo 29 per cento non era bastato a diventare la candidata del centrosinistra, che scelse Alessandra Moretti. Quattro anni dopo, e dopo aver aderito alla causa autonomista, ecco la sua «start up». «Sapevamo che sarebbe stata una sfida difficilissima per le condizioni impari del confronto - commenta - Una cosa è certa: l’effetto polarizzazione sul terzo mandato di Zaia sta provocando un vero e proprio tsumani su tutte le altre liste anche del centrodestra. Zaia, che ha gestito con capacità la difficile emergenza Covid, ha trovato davanti a sé delle praterie, soprattutto per responsabilità di un centrosinistra ancora una volta arrivato impreparato all’appuntamento». Il Partito dei Veneti e Rubinato per le autonomie (rispettivamente
allo 0,81 e 0,62 per cento) non entreranno in consiglio regionale ma la battaglia in nome del federalismo non si ferma con le elezioni. «Al di là del nostro risultato che valuteremo a bocce ferme, tenendo conto che siamo in campo da appena due mesi, noi pensiamo che in Veneto ci sia lo spazio per un movimento regionale sul modello del Svp o della Csu bavarese e continueremo a lavorare sul territorio per radicarlo», continua Rubinato. E Morosin, «il nostro territorio ha bisogno di risposte - ribadisce - noi faremo la nostra parte perché le si perseguano».