Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Tampone anche per chi arriva da Parigi

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Da oggi l’obbligo di tampone o test antigenico si estende ai viaggiator­i in arrivo da Parigi, dalle regioni francesi Alvernia-rodanoalpi, Hauts-de-france, Îlede-france, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-alpi-costa Azzurra e dalla Corsica. Lo ha disposto ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, con un’ordinanza in vigore appunto da oggi e che allarga il diktat già imposto alle persone in arrivo da Croazia, Malta, Spagna e Grecia. «Ho firmato una nuova ordinanza che estende l’obbligo di test molecolare o antigenico ai cittadini provenient­i da Parigi e da altre aree della Francia con significat­iva circolazio­ne del virus — spiega Speranza —. I dati europei non possono essere sottovalut­ati. L’italia oggi sta meglio di altri Paesi, ma serve ancora grande prudenza per non vanificare i sacrifici fatti finora».

Cadono invece il divieto assoluto di ingresso dalla Serbia e la quarantena per coloro che arrivano dalla Bulgaria.

Nel frattempo il Veneto registra un indice del contagio di 0,88, contro lo 0,87 della scorsa settimana, che lo lascia sotto il livello di allarme di

1. Ieri sono stati rilevati altri 102 casi, che portano a 25.906 il computo totale da inizio epidemia. In isolamento restano 6894 cittadini, 1989 dei quali positivi al tampone e 1416 viaggiator­i, mentre i ricoveri in Malattie infettive e Pneumologi­a salgono a 169, 41 in più rispetto a domenica, e i degenti in Terapia intensiva aumentano a 17 (+6). Sono morti altri due malati, che allungano la lista nera a 2164. E il Veneto taglia il traguardo dei 1,8 milioni di tamponi.

L’ultimo report del ministero della Salute evidenzia che il Covid-19 viene trasmesso prevalente­mente in famiglia (73,6% di tutti i focolai attivi nella settimana di monitoragg­io), dai giovani agli adulti e agli anziani. Prova ne sia che l’età media dei soggetti colpiti sale dai 29 anni di tre settimane fa agli attuali

55. La maggior parte dei casi (81,9%) continua ad essere contratta sul territorio nazionale, con diminuzion­e dei casi importati dall’estero (10,8% dei nuovi contagi rilevati nell’ultima settimana). È in diminuzion­e da due settimane anche la percentual­e di infetti importati da una regione all’altra. «I servizi sanitari iniziano a soffrire — avverte l’istituto superiore di Sanità — con il rischio di compromett­ere la tempestiva gestione dei contatti e di non assicurare le attività non collegate a questa emergenza». (m.n.m.)

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