Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bimbo dimenticato sul bus, la verità dalle telecamere
Posizioni discordanti, i video ricostruiranno l’accaduto
«Mio figlio non si è addormentato all’interno del mezzo che lo portava a casa da scuola». E adesso la questione è tutta in mano agli avvocati. La famiglia si è rivolta a un legale: è una fase molto delicata perché potrebbe configurarsi addirittura il reato di abbandono di un minore aggravato dal fatto che il bimbo è rimasto bloccato in un deposito di autobus deserto, ha dovuto rompere un finestrino e calarsi dalla fiancata tra i frammenti di vetro per uscire a chiedere aiuto.
A distanza di pochi giorni è facile immaginare lo stato emotivo di due genitori che si trovano ad affrontare una situazione simile, di potenziale pericolo. Ma Atvo ritiene «inverosimile» che il bambino fosse sveglio mentre l’autobus veniva chiuso: l’azienda di trasporto veneziana ha già consegnato le immagini delle telecamere interne ai carabinieri.
La vicenda ha destato molto stupore anche perché il piccolo frequenta la prima elementare di H-farm, il maxi campus ipertecnologico di Roncade. L’autobus che doveva portarlo a casa è condotto dal personale di Atvo e a bordo è presente un’accompagnatrice dipendente dalla scuola: la donna ha un’applicazione con la quale registrare la salita e la discesa di ogni passeggero. Qualcosa non ha funzionato nel dispositivo di controllo, forse c’è stato un momento di disattenzione, ma quello che è successo venerdì dovrà essere chiarito e, preso atto delle posizioni divergenti, con buone probabilità se ne occuperà un giudice. In base alla ricostruzione fornita da Atvo e da H-farm il bambino si era addormentato negli ultimi sedili del mezzo; quando tutti gli altri alunni sono stati consegnati a casa l’accompagnatrice è scesa, ha comunicato all’autista che il servizio era stato completato e il conducente ha portato l’autobus al deposito di Treviso. Ma il bus non era vuoto, c’era un bambino di sei anni e nessuno si è accorto di lui.
Trovandosi in trappola, con il martelletto rosso ha rotto il vetro d’emergenza, ha raggiunto la strada e si è fermato su una panchina ad aspettare. Sono stati due passanti ad aiutarlo a tornare a casa da mamma e papà. La versione riportata dal piccolo ai genitori è diversa: non si era addormentato, era sveglio ma gli adulti non hanno sentito la sua voce e l’hanno chiuso all’interno. Lui è ancora scosso, l’esperienza è stata traumatica e si è leggermente tagliato uscendo dal vetro rotto. E anche se ora tutti si complimentano per la prontezza di riflessi e la brillante soluzione trovata, rimane il fatto che non doveva trovarsi lì.
«Stiamo facendo tutte le verifiche del caso – spiega il presidente di Atvo Fabio Turchetto -, abbiamo convocato l’autista per raccogliere una relazione dettagliata». L’azienda vuole fare chiarezza su quello che è successo venerdì fra la partenza da H-farm a Roncade e l’arrivo al deposito di Treviso, sulle fermate previste, i bambini presenti, il ruolo dell’accompagnatrice. «I nostri autobus di linea sono tutti dotati di telecamere – conclude Turchetto - , grazie alle immagini ricostruiremo con maggiore precisione l’episodio». Anche H-farm ha assicurato si sta occupando di «ricostruire l’episodio e verificare le responsabilità di autista e personale di bordo», ma preferisce non commentare «per rispetto della privacy della famiglia».