Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ore 8.30, Infermieristica la lezione che sa di rinascita «Ci siamo commosse»
Università, il primo ritorno in aula. «Tanti in presenza, è sorprendente»
La simbolica campanella suona nell’aula Pl1 alle 8.30 in punto. Ed è un calcio d’inizio che sa di rinascita: con la lezione di «Infermieristica clinica in area medicochirurgica», tenutasi ieri mattina nel centro congressi Albino Luciani, ha (ufficiosamente) preso il via l’anno accademico 2020/21 dell’università degli Studi di Padova. Un battesimo doppiamente significativo non solo perché si tratta di un corso fondamentale per l’abilitazione alla professione sanitaria di infermiere, ma anche perché è la prima in assoluto che dal lockdown si svolge in presenza. Almeno in parte: degli oltre 70 studenti partecipanti almeno 50 sono seduti - con doveroso distanziamento sociale - sulle sedie dell’ampia sala conferenze, mentre circa 20 seguono da casa tramite Zoom la lezione tenuta da Michele Corso e Matteo Bernardi, coordinatore designato. Il quale ha poco tempo da dedicare al cronista (causa altra lezione da preparare) ma tanta soddisfazione nel cuore: «Viene da dire “buonissima la prima” - commenta perché a parte qualche piccolo ma preventivabile intoppo tecnico tutto è filato liscio. Ho provato una sensazione totalmente diversa rispetto ai mesi del Covid-19. Ed è ovviamente una situazione migliore, dato che ho potuto rivedere dal vivo molti studenti. Anzi, devo dire che mi ha sorpreso trovarne così tanti in presenza». Tra loro c’è Giulia, al secondo anno del corso di laurea di Infermieristica, che all’uscita dell’aula, dietro la mascherina, racconta con occhi sorridenti il suo primo giorno di lezione: «Potrà sembrare banale, ma appena ho incrociato lo sguardo delle mie amiche mi sono commossa. Ora si tratta solo di adattarci alla normativa anti-contagio, perché devo dire che rimanere tre ore consecutive con la mascherina non è proprio confortevole».
Un’affermazione che vale doppio se si pensa che Giulia è reduce da un’esperienza davvero tosta: «Tra aprile e giugno ho fatto otto settimane di tirocinio all’istituto Oncologico Veneto, nel reparto di Chirurgia: un’esperienza che mi ha decisamente arricchito in una struttura così organizzata da saper tenere all’esterno l’emergenza coronavirus».
Passano due minuti e dall’ingresso dell’albino Luciani spunta la compagna di corso Greta, pronta a esternare le sue emozioni: «Se dovessi scegliere una sola parola per descrivere il tutto, direi che è stato strano soprattutto per la distanza che ci separa e che ci fa perdere il contatto con gli altri studenti presenti. Nonostante ciò, ho deciso subito di seguire tutte le lezioni dal vivo, perché è tutta un’altra cosa rispetto a chi, per scelta o per necessità, lo fa da casa con mille possibili distrazioni». Anche Greta è reduce dal tirocinio «in chirurgia toracica e in sala operatoria al policlinico di Padova: eravamo in pieno periodo Covid, ma devo dire che ho trovato una situazione addirittura più tranquilla di quella che raccontavano in tv». Ieri, inoltre, il Centro Congressi ha ospitato anche altre due lezioni del medesimo corso di laurea, le uniche svoltesi in presenza: un leggerissimo antipasto rispetto a quanto accadrà lunedì 28 settembre, quando partiranno la bellezza di quasi tremila corsi, di cui 143 interamente in presenza, 1.282 con la formula duale - erogata sia in presenza sia online - e 979 avviati in modalità blended e che comprendono così una piccola parte esclusivamente online.
E quella odierna sarà un’altra mattinata campale in Fiera a Padova, dove 2.245 candidati (+445 rispetto al 2019) cercheranno di accaparrarsi un posto in una delle 50 Scuole di Specializzazione di Medicina: i posti in palio in tutto il Nordest sono 1.708.
Giulia È stato bello ritrovarci, ora si tratta solo di adattarci alle nuove regole anticovid: rimanere tre ore consecutive seduti con la mascherina non è proprio confortevole