Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Agli arresti dalla suocera. «Meglio in cella»
Va in questura e chiede di andare in carcere. Accusato di evasione, assolto
Imputato per evasione dai domiciliari, il giudice lo assolve: non è un reato infrangere l’obbligo di non uscire mai da casa, se poi l’intento è quello di andare a consegnarsi in questura. E la motivazione, fatalmente, fa sorridere: «Per favore portatemi in galera, io con mia suocera non ci posso stare». Non si sa se le parole siano state esattamente queste, ma è il senso di ciò che ha detto Salvatore Ciaravino, trapanese di Erice trapiantato da tempo a Padova, agli agenti in questura il 4 maggio scorso.
L’uomo era appunto agli arresti domiciliari in casa della suocera. Situazione scomoda di per sé, ma che nel caso specifico diventava ancora più complicata se si considera il reato per cui era finito nei guai: violenze contro la compagna avvenute tra marzo e aprile scorsi. In periodo di lockdown era impossibile rispedire l’uomo a casa dalla sua famiglia in Sicilia, perché treni e aerei erano fermi. Pertanto
il giudice per le indagini preliminari, in seguito alla richiesta presentata dalla procura, aveva disposto l’arresto dell’uomo e la sua permanenza in casa della suocera, l’unico posto dove poteva stare con un domicilio controllabile. Ma la convivenza è apparsa insostenibile, tanto che il 4 maggio, appena è stato possibile infilarsi in una macchina e allontanarsi da casa, l’uomo si è precipitato
La «fuga» «Non posso stare in quella casa» Era accusato di violenze alla compagna
in questura per consegnarsi, dichiarando l’impossibilità di vivere con la suocera. La legge impone a chi sta ai domiciliari di rimanere in casa, pertanto quando la polizia si è vista l’uomo davanti non ha potuto far altro che denunciarlo per evasione. A sua difesa Ciavarino ha chiamato l’avvocato Andrea Frank che ieri si trovava a processo ha sostenuto quanto rilevato dallo stesso magistrato: l’imputato era uscito dai domiciliari perché quello era l’unico modo che aveva di autoconsegnarsi alla polizia. Da questo reato è quindi stato assolto, mentre continuano le indagini sulle violenze in famiglia. (r.pol.)