Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Attacco informatico a Luxottica Il colosso costretto a fermarsi
L’azienda: «Colpo parato». Rete fermata per sicurezza: ieri stop alle sedi italiane
Attacco respinto ma non senza danni. Nonostante la tempestività di reazione di sentinelle digitali e non, il sistema informatico di Luxottica ieri ha dovuto essere comunque arrestato e gradatamente ripristinato, provocando la paralisi della gran parte delle attività in tutti gli stabilimenti del gruppo a livello globale. Le anomalie hanno iniziato ad evidenziarsi intorno alle 11, rendendo di fatto impossibile agli addetti del primo turno, dalla produzione all’amministrazione alla logistica, di proseguire.
Inizialmente si era pensato ad un malfunzionamento locale; ben presto è risultato chiaro che ad introdursi nella rete, da quale punto del pianeta non sembra ancora essere stato compreso, sarebbero stati degli hacker. Non abbastanza rapidamente da destrutturare l’intera architettura dei server interni, tuttavia, visto che l’incursione digitale è stata «parata» dai sistemi di protezione e dalla prontezza di riflessi del comparto tecnico. Ma le irreco golarità di certe funzioni hanno indotto i responsabili informatici dapprima a isolare il network aziendale dal resto della Rete e quindi a resettare e riprogrammare interi segmenti dello sconfinato cervello digitale del colosso dell’occhialeria. Risultato: ad Agordo, Sedie nelle altre sedi minori in Italia, i dipendenti in servizio nel turno di mattina si sono trovati nell’impossibilità di proseguire e sono stati messi in libertà.
Il secondo turno è a sua volta stato sospeso mentre gli specialisti hanno lottato tutto il pomeriggio contro il tempo per riuscire a riattivare almeno l’operatività per gli orari notturni. «In eventi di fermo produzione legato a guasti tecnici – ricordano le organizzazioni sindacali – il criterio previsto dal contratto integrativo comporta il recupero delle ore perse. In questo caso, tuttavia, il problema non si è limitato a singoli comparti ma ha riguardato praticamente ogni fase operativa, a meno di rare eccezioni, e quindi si valuterà se il lavoro perso sia compensabile attraverso ore straordinarie o se sarà necessario far ricorso alla cassa integrazione».
La paralisi anche di settori connotati da operazioni spiccatamente manuali, come l’assemblaggio di montature e di loro parti, viene anche evidenziato, è una delle conseguenze della spiccata storica digitalizzazione dell’azienda. Ogni trasferimento da un punto e l’altro della fabbrica anche di una singola vite è ormai tracciato e seguito da sofisticatissimi data base che dialogano con tutti gli altri nodi del network Luxottica-essilux, nel più esemplare dei modelli «Industria 4.0».
In tutto questo appare comunque inevitabile andare con la memoria alla primavera scorsa quando un’aggressione di hacker colpì Essilor, il gigante francese andato a nozze con Agordo. Nella notte fra venerdì 20 e sabato 21 marzo, per singolare combinazione nella data dell’equinozio di primavera mentre in questo caso l’equinozio è quello di autunno, l’incursione di anonimi sabotatori arrestò la produzione congelando a lungo i server dell’azienda francese. In quella circostanza Luxottica si salvò perché il percorso di integrazione non era ancora arrivato a mettere in connessione le reti.