Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Asilo notturno blindato, fuga tentata
Sono 39 (più un addetto) i positivi al Covid. Struttura isolata, un ospite si ribella
Non sarà affatto facile, almeno per le prossime due settimane, far mantenere la calma all’interno dell’asilo notturno di via del Torresino, dove 39 ospiti e uno degli addetti alle pulizie sono risultati positivi al coronavirus. Un assaggio della situazione lo si è avuto ieri mattina, quando uno degli ospiti ha tentato di allontanarsi: preso e denunciato per epidemia colposa. L’area è stata transennata, è stato disposto un presidio fisso (giorno e notte) di polizia e carabinieri.
La situazione, sia da Palazzo Moroni che dalle forze dell’ordine, viene definita «sotto controllo». Ma non sarà affatto facile, almeno per le prossime due settimane, far mantenere la calma all’interno dell’asilo notturno di via del Torresino, la struttura di proprietà comunale dedicata alle persone senza fissa dimora, dove 39 ospiti e uno degli addetti alle pulizie sono risultati positivi al coronavirus. Di fronte all’edificio, che si trova alle porte del centro storico di Padova, è stato disposto un presidio fisso (giorno e notte) di polizia e carabinieri, che già ieri mattina sono dovuti intervenire per impedire la fuga di uno dei sottoposti a quarantena, un cittadino originario del Sudan che era uscito da una delle finestre al piano terra, gridando «Io non sono malato!»: l’africano, che in quel momento non indossava la mascherina, è stato addirittura denunciato all’autorità giudiziaria per epidemia colposa.
Il caso relativo al centro d’accoglienza a due passi dalla chiesa del Torresino, gestito dalla cooperativa sociale Cosep di via Madonna della Salute, è scoppiato nel pomeriggio di mercoledì, quando uno degli ospiti si è presentato in gravi condizioni al distretto medico-sanitario dell’usl 6 Euganea in via Temanza, all’arcella, dove è stato sottoposto al tampone, risultando appunto positivo al Covid-19 e venendo poi ricoverato nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di via Giustiniani. A quel punto, il dottor Fabio Verlato, responsabile del distretto e già assessore al Sociale in Comune, ha subito telefonato al sindaco Sergio Giordani, dicendogli che era necessario sottoporre a test sia gli altri ospiti dell’asilo notturno che gli operatori della Cosep. I tamponi, direttamente in via del
Torresino, si sono svolti mercoledì sera. E si è riscontrato che esattamente la metà dei senza tetto, 39 su 78, aveva contratto il coronavirus. E come loro, è risultato positivo anche uno degli addetti alle pulizie. Dopodiché, sempre sul posto, si è tenuta una riunione d’urgenza tra il sindaco Giordani, l’assessora cittadina al Sociale, Marta Nalin, il direttore generale e la responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’usl, Domenico Scibetta e Ivana Simoncello, il prefetto Renato Franceschelli, i vertici delle forze dell’ordine e quelli della Croce rossa e della Protezione civile. E intorno alle undici, si è deciso di mantenere i 39 positivi in quarantena all’interno della struttura, trasferendo invece gli altri 39 (negativi) nell’ex scuola Gabelli di via Giolitti a San Lazzaro, da tempo già adibita all’accoglienza invernale delle persone senza fissa dimora. Ieri mattina, poi, alcuni dei negativi sono stati di nuovo spostati, stavolta in alcuni locali messi a disposizione dalla Diocesi: anche loro, pur non avendo contratto il Covid-19, dovranno infatti restare in isolamento almeno per i prossimi dieci giorni.
Intanto, l’area davanti all’asilo notturno è stata provvisoriamente transennata per poi essere sanificata dagli operatori di Acegasapsamga. E già oggi, potrebbero essere sottoposti al tampone anche i volontari delle Cucine popolari di via Tommaseo, dato che molti ospiti della struttura di via del Torresino sono soliti mangiare lì sia a pranzo che a cena. «Spero proprio che nessuno si azzardi a strumentalizzare politicamente questa vicenda. Stiamo infatti parlando - scandisce il sindaco Giordani, con a fianco l’assessora Nalin - di persone molto fragili anche dal punto di vista psicologico, italiane e straniere, giovani e anziane, che meritano il massimo della nostra attenzione e del nostro sostegno. Peraltro, l’operazione che abbiamo messo in campo è volta a proteggere sia gli ospiti dell’asilo notturno che tutti gli altri cittadini di Padova». Parole, insomma, molto nette.