Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Assindustria, Ravagnan lascia la vicepresidenza
Dimissioni polemiche dopo l’incandidabilità: «Verifiche sui ruoli di vertice»
Assindustria venetocentro, Ravagnan si dimette da vicepresidente e chiede una verifica sui requisiti di tutte le cariche di vertice. Nuovo passo nel tormentato iter di nomina del nuovo presidente della Confindustria di Treviso e Padova, che vede in corsa i due vicepresidenti padovani Leopoldo Destro e Mario Ravagnan. All’indomani della regolarizzazione di Destro, con l’avvenuta iscrizione a Confindustria Vicenza della sua azienda, l’aristoncavi di Brendola, ieri il nuovo colpo di scena: Ravagnan ha deciso di dimettersi, oltre che dagli incarichi in alcune società partecipate, dalla vicepresidenza di Assindustria, che aveva assunto due anni fa subito dopo la fusione.
«Non avendo le credenziali, ho ritenuto doveroso farlo - si limita a dire l’imprenditore -. Anche se ufficialmente non mi è stato ancora comunicato né di non essere in regola, né i tempi e i modi per sanare la situazione». Uscita di scena felpata nei toni, in linea con il carattere del personaggio, e che non preclude la via alla fase finale della corsa verso la presidenza. Ma la polemica è ruvida nella sostanza, rispetto ad un esito in cui Ravagnan, dando per scontato di essere candidabile per le cariche di vertice, dopo aver superato le verifiche due anni fa all’atto di assumere la vicepresidenza, si è ritrovato dichiarato non in regola all’ultimo momento dai Probiviri, senza esser avvertito per tempo dei possibili problemi, e con Destro (in forte vantaggio nelle indicazioni a Treviso, che pesa per il 70% del voto in consiglio generale, mentre Padova si divide in sostanza a metà) che nel frattempo ha sanato la sua posizione all’ultimo minuto.
Un passo indietro per capire. Nella sfida per la prima presidenza elettiva post-fusione, che secondo l’accordo tra gentiluomini alla base dell’operazione Treviso-padova doveva arrivare da Padova, all’indicazione del nome di Destro, divenuto vicepresidente a febbraio su proposta dei presidenti Piovesana e Finco al consiglio generale, si era affiancata, all’avvio delle consultazioni a luglio della Commissione di designazione, i cinque «Saggi» chiamati ad ascoltare gli iscritti e ad avanzare la proposta per il nuovo presidente, quella di Ravagnan. Spinto dagli iscritti padovani che non vedevano di buon occhio la candidatura Destro, uscito da Vicenza e iscrittosi da un anno e mezzo sulla base di una sede locale a Padova con un dipendente. Ai rilievi sollevati a Padova sulla sua candidabilità, i Probiviri nazionali di Confindustria avevano dichiarato risolvibili i problemi, con una reiscrizione della Aristoncavi a Vicenza entro la fine dei colloqui dei «Saggi», il 22 settembre.
Ma intanto i «Saggi» chiedono a inizio settembre ai Probiviri una verifica sui requisiti di entrambi i «papabili». A differenza di Destro, avvertito di doversi reiscrivere a Vicenza, a Ravagnan non arrivano indicazioni. Risultato: i Probiviri concludono le verifiche lunedì, scrivendo ai «Saggi» che nessuno dei due candidati ha le carte in regola. Nel caso di Ravagnan per la mancata iscrizione di due società controllate dalla capogruppo, a Padova e Rovigo, anche nelle associazioni di categoria. Due giorni dopo l’ultimo colpo di scena: la posizione di Destro viene sanata per il rotto della cuffia con la decisione di ufficializzare l’iscrizione in Confindustria Vicenza, firmata direttamente dal presidente Luciano Vescovi, senza passare in consiglio di presidenza.
Risultato finale: Destro è in regola, Ravagnan no. Così, ritrovatosi privo dei requisiti per le cariche di vertice, dopo averli avuti per due anni, Ravagnan si è per correttezza dimesso dalla vicepresidenza. Ma nella mail ai presidenti Piovesana e Finco, ai «Saggi» e ai Probiviri, l’ex vicepresidente ha a questo punto auspicato, come avvenuto nel suo caso, una verifica per tutti i detentori di cariche apicali di Assindustria venetocentro, ovvero per il consiglio di presidenza e le società partecipate, da allargare alla futura governance di Assindustria.
Resta da capire, a questo punto, se Ravagnan sceglierà di regolarizzare l’iscrizione e procedere con la candidatura. Scelta che l’ex vicepresidente, par di capire, si riserva di sciogliere. Anche perché, dopo l’esclusione da parte dei Probiviri, non si sa se i «Saggi» permetteranno di sanare la posizione e in che tempi. Tenendo conto quindi anche della posizione di Ravagnan nella scelta finale che si tradurrà nella relazione al consiglio generale che voterà sul presidente il 1. ottobre. O se, al contrario, terranno ferma la scadenza del 22 settembre, escludendolo e spianando la strada a Destro.