Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ormai faida- centrosinistra Le scosse a Palazzo Nodari
Fibrillazioni dopo il ko alle Regionali, la lista di Gaffeo al Pd: valutate la sfiducia alla capogruppo Businaro. Da lei giunte critiche al sindaco
Il ko del centrosinistra alle Regionali arriva Palazzo Nodari, spaccando la maggioranza di Edoardo Gaffeo (in foto). «Casus belli» la richiesta di analisi della sconfitta di Giorgia Businaro dopo che, per la prima volta, l’area progressista polesana è rimasta senza eletti a Palazzo Ferro Fini. L’affondo della capogruppo comunale Pd letto come attacco a Gaffeo. «Lettura sbagliata e pretestuosa — si difende Businaro — l’analisi del voto è un atto politicamente sensato e dovuto. Nel capoluogo il centrosinistra governa bene, ma severo il giudizio degli elettori. Interesse di tutti capire dove sbagliamo».
Nel capoluogo forte frammentazione del centrosinistra nelle urne regionali. Il più votato Aldo D’achille, 778 preferenze (su 2.038 a livello provinciale) in «Veneto che vogliamo», con l’appoggio della civica di Gaffeo. Qualcosa meno del sindaco di San Bellino hanno preso i due candidati top del Pd, il consigliere uscente Graziano Azzalin (745 su 1.860) e l’ex deputato Diego Crivellari (701 su 2.538) che, primo dei non eletti su scala regionale, subentrerebbe in caso di improbabili dimissioni di Lorenzoni, il candidato presidente surclassato da Zaia.
La civica di Gaffeo attacca Businaro, chiedendo che il Pd ne valuti la sfiducia da capogruppo. «L’amministrazione Gaffeo in poco più di un anno, nonostante la pandemia, sta facendo rinascere la città — sottolinea una nota — Dalle strade alla cultura, dal commercio alla tutela dell’ambiente, affrontando capitoli aperti da anni, come piscine ed “ex Maddalena” ora in via di soluzione».
Difende Businaro la segretaria comunale Pd, Tosca Malagugini. «Il Pd rimane il primo partito del centrosinistra in città e il perno della coalizione che amministra Rovigo — sostiene Malagugini — L’esigenza di un’autocritica complessiva della maggioranza, richiamata dalla capogruppo, considerato l’esito disastroso per Lorenzoni, fa parte della normale dialettica, non è lesa maestà».
Invita tutti alla calma Giuseppe Traniello Gradassi. «C’è un equivoco, va chiarito nelle sedi opportune e in un contesto di civile confronto» sostiene il segretario provinciale Pd.
Intanto a Porto Tolle prosegue il duello tra il sindaco Roberto Pizzoli e l’opposizione di centrosinistra che ha scritto al prefetto, sostenendo di essere stata censurata nell’ultimo consiglio comunale sulla richiesta di dimissioni di Raffaele Crepaldi, assessore indagato indagato per truffa e favoreggiamento in concorso con Alessandro Duò per aver amministrato «Oibì Srl», una «start up» nata nel 2016 nel settore ittico che, secondo un’inchiesta della Finanza, avrebbe incassato, senza averne diritto oltre 900 mila euro, di cui 220 mila di fondi europei gestiti dalla Regione e gli altri 700 mila dal Fondo di garanzia per piccole e medie imprese. «Il presidente del consiglio comunale si è scusato per il comportamento sopra le righe — dice il sindaco Roberto Pizzoli — Per noi resta la fiducia in Crepaldi con la presunzione d’innocenza».
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