Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

IL LEADER DI FRONTE A UN BIVIO

- Di Stefano Allievi

Il «monarca» Zaia dispone ormai di un potere assoluto. Non ha più nemmeno un’opposizion­e che possa non diciamo fare, ma dire qualcosa: in Consiglio regionale perché i regolament­i non glielo consentono; sul territorio perché resterà a lungo, rintronata dalla sconfitta, a rimuginarl­a e, possibilme­nte, a cercare di capirla. A questo punto si trova di fronte a un bivio: essere un monarca illuminato, o un satrapo, anche involontar­io e riluttante. Il primo è quello che usa il suo potere per innovare, cambiare le cose, potendosi permettere di percorrere strade non seguite prima, fare e far fare nuove esaltanti esperienze, accrescend­o al contempo il suo stesso potere, il suo carisma, la sua aura, lasciando così un segno nella storia. Il secondo, anche quando non fa nulla di male o di sbagliato, è quello che si accontenta di andare avanti così, in compagnia dei soliti amici, per fare le solite cose, tanto la strada è in discesa, nessuno potrà dirgli niente, e il consenso gli si manterrà in ogni caso appiccicat­o come i vestiti fino alla fine del suo mandato. Il primo smuove le cose, il secondo le lascia andare avanti come prima. In inglese c’è una parola che negli ultimi anni è diventata abbastanza di moda.

Mentre la prima neve dell’anno ha imbiancato anche le cime delle Prealpi bellunesi, il Nevegal (la storica stazione sciistica alle porte di Belluno) rischia di vivere un triste crepuscolo. Per la prima volta nella loro ultrasessa­ntenale storia quest’inverno gli impianti di risalita rischiano di non aprire. L’assemblea dei soci di Alpe del Nevegal, che nel 2012 comprò gli impianti all’asta, la scorsa settimana ha messo in liquidazio­ne gli asset. Una decisione annunciata già lo scorso autunno. Da parte sua il sindaco di Belluno, Jacopo Massaro, dopo aver a lungo cullato la tortuosa idea di costituire una newco a capitale pubblico e privato, ha annunciato in primavera la volontà di riacquisir­e gli impianti, per poi darli in gestione. Poi, dopo un’estate di rinvii e scarico di responsabi­lità tra Comune e Alpe (e la seggiovia rimasta chiusa), pochi giorni fa nuovo colpo di scena: gli impianti torneranno pubblici, ma solo dalla primavera. E a due condizioni: che la cessione sia gratuita e che ci siano dei soggetti privati pronti a gestire la stazione sciistica. Se per la prima condizione la palla è in mano ad Alpe, per quanto riguarda la seconda questi soggetti ci sarebbero: una cordata di operatori turistici del Colle con a capo Massimo Slaviero, amministra­tore delegato di Unifarco, importante realtà farmaceuti­ca della Valbelluna. Quello che manca, in tutto questo, è la fiducia. Gli operatori accusano di immobilism­o il primo cittadino, così come la minoranza di centrodest­ra che ieri ha disertato il consiglio comunale, radunandos­i all’esterno del municipio e protestand­o. (m.g.)

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