Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Ripartono le mense per seimila alunni
Ma niente orario lungo al pomeriggio. «Gestiremo con pasti a turni e posti fissi»
Riparte il servizio mensa, ma non ancora il tempo prolungato. Da domani in poi, nella maggior parte delle scuole elementari e medie della città (in tutto 41, per circa seimila alunni), bambini e ragazzi potranno nuovamente fermarsi a mangiare nei loro rispettivi istituti. Per molti di loro, però, le lezioni termineranno subito dopo pranzo, cioè verso le 14,30-15. I pasti saranno serviti a turni e i bambini avranno un posto fisso per tutto l’anno.
Riparte il servizio mensa, ma non ancora il tempo prolungato. Tra domani e lunedì prossimo, nella maggior parte delle scuole elementari e medie di Padova, bambini e ragazzi potranno nuovamente fermarsi a mangiare nei loro rispettivi istituti. Per molti di loro, però, le lezioni termineranno subito dopo pranzo, cioè verso le 14,30-15. E questo perché la carenza di insegnanti, rispetto ai nuovi bisogni dettati dall’emergenza coronavirus, non consente (almeno per il momento) l’estensione dell’orario fino alle 16. «Come promesso - fa sapere l’assessora cittadina alla Scuola, Cristina Piva - le mense stanno per riaprire in quasi tutte le primarie e le secondarie di primo grado di nostra competenza. E il fatto che questo servizio ricominci in assoluta sicurezza per gli alunni, rappresenta per noi un’ulteriore sfida da vincere, dopo quella di un paio di settimane fa, quando siamo riusciti a garantire, pur con qualche difficoltà, l’avvio del nuovo anno scolastico in tutti gli istituti che sono sotto la nostra gestione. Queste due cose - ricorda l’esponente del Pd - non erano affatto scontate, se non altro guardando com’è la situazione in tanti Comuni delle nostre stesse dimensioni. E non era affatto scontato nemmeno che le tariffe delle mense restassero invariate rispetto a quelle del 2019-2020». Ma in molti istituti, per assicurare l’osservanza delle direttive sanitarie anti-contagio, sarà inevitabile consumare il pasto a turni, ovvero in modo scaglionato, dividendo bambini e ragazzi anche in quattro-sei gruppi.
Nello specifico, già da domani, il servizio mensa ripartirà in queste 10 scuole elementari del capoluogo: Muratori di via Dignano, Leopardi di via Crivelli, Deledda di via Cortivo, Mantegna di via
L’assessora Piva
Il servizio ricomincia in quasi tutti gli istituti: non era scontato. Ed è un’altra sfida da vincere
Zanchi, Nievo di via Vecchia, Volta di via Sant’osvaldo, Santa Rita di via Marchesini, Prati di via Decorati al Valor Civile, Don Bosco di via Bressanone e Della Vittoria di via Armistizio. Da lunedì prossimo 5 ottobre, invece, riguarderà altri 22 plessi. Mentre non prima di lunedì 12 ottobre, sarà la volta di altri 8. Tanto che, nell’arco di una ventina di giorni, si tornerà a mangiare in 41 scuole cittadine, frequentate da circa seimila alunni. «Negli spazi mensa - spiega ancora l’assessora Piva - gli studenti dovranno sempre indossare la mascherina, rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro e dunque evitare assembramenti. E per far sì che queste regole vengano osservate da tutti, abbiamo stabilito che ogni alunno occupi lo stesso posto a tavola per l’intero anno scolastico. Inoltre, sedie e tavoli sono già stati sistemati in maniera diversa rispetto al solito, proprio per scongiurare che bambini e ragazzi si siedano troppo vicini tra loro. E infine, sempre per evitare contatti troppo ravvicinati, sul pavimento sono stati attaccati alcuni adesivi per fare in modo che ci si metta in fila in modo ordinato e soprattutto distanziato».
Nel frattempo, di fronte alla positività al Covid-19 anche di un solo studente, il numero di classi sottoposte alla quarantena continua ad aumentare: «Forse sarebbe il caso di rivedere il protocollo sanitario - sottolinea l’esponente del Pd - malgrado prevedendo che i tamponi vengano fatti direttamente a scuola. Altrimenti, avanti di questo passo, ci saranno enormi problemi anche dal punto di vista didattico, dato che l’isolamento domiciliare interessa non solo gli alunni, ma pure gli insegnanti».