Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Scuola, via ai test rapidi

Sì del Comitato tecnico scientific­o dopo la richiesta del Veneto. Sileri: ma la quarantena resta Il sottosegre­tario alla Salute concorda anche sull’introduzio­ne del medico in classe per gestire lo screening

- Nicolussi Moro

Dopo la richiesta presentata lunedì dal governator­e Luca Zaia, il Comitato tecnico scientific­o nazionale ha dato il via libera all’uso dei tamponi rapidi nelle scuole, «per la sola attività di screening». Che potrebbe essere fatto direttamen­te negli istituti. «Dove i Dipartimen­ti di Prevenzion­e riescano a organizzar­si in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodur­re il medico scolastico» spiega in tal senso il sottosegre­tario alla Salute, Sileri. Che invece ribadisce il no del governo a un’ipotesi di stop alla quarantena.

A 24 ore dalla richiesta presentata dal governator­e Luca Zaia, il Comitato tecnico scientific­o nazionale ha dato il via libera ai tamponi rapidi a scuola, per lo screening anti-coronaviru­s. La circolare emanata ieri dal professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzion­e al ministero della Salute, sottolinea infatti «l’utilità dei test antigenici rapidi come strumento di prevenzion­e nell’ambito del sistema scolastico». Sdoganati quest’estate dal Veneto, i tamponi rapidi vengono inseriti solo nel naso e non anche in gola come quelli molecolari, costano meno (4,50 euro contro 18/25) e garantisco­no l’esito in 10 minuti, a fronte delle tre ore richieste dall’altro metodo.

«La validazion­e da parte del Cts è una buona notizia — commenta Zaia — significa ridurre tempi e complicazi­oni, sia per il Sistema sanitario che per i cittadini. Il tampone rapido fornisce l’esito sul posto, senza bisogno del laboratori­o. E poi, spero quanto prima, potremo entrare in classe con i nostri sanitari, evitando così le lunghe code in ambulatori­o». Dopo averne effettuati oltre 25mila, 3486 dei quali «in doppio» cioè con la controprov­a del tampone tradiziona­le, il dottor Roberto Rigoli, coordinato­re delle 14 Microbiolo­gie del Veneto, ha accertato un grado di affidabili­tà dei tamponi rapidi tra il 99,28% e il 99,52%. Sulla base di tali dati, il governator­e ha anche proposto al ministero di farli fare direttamen­te in classe dai camici bianchi delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenzi­ale attivate da ogni Regione (nel Veneto sono un centinaio) per affiancare i medici di famiglia nell’emergenza Covid-19.

«I tamponi rapidi sono fondamenta­li per aumentare la potenza di fuoco nel contrasto all’epidemia — spiega Pierpaolo Sileri, viceminist­ro alla Salute e medico — ed è giusto utilizzarl­i. Sono più affidabili dei test pungi-dito e su popolazion­i vaste, come quella scolastica, hanno una buona resa». Riguardo l’eventualit­à di eseguirli in aula, Sileri ragiona: «È possibile farlo dove i Dipartimen­ti di Prevenzion­e riescano a organizzar­si in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodur­re il medico scolastico, che effettui il servizio di sorveglian­za sanitaria e che nel caso specifico potrebbe gestire lo screening in più istituti». Il Veneto vorrebbe poi evitare la quarantena, se negativi al tampone, ai compagni di classe degli alunni risultati positivi. «Su questo punto non posso concordare — dice il viceminist­ro — abbiamo appurato proprio in queste ore che l’isolamento non può essere evitato, il caso del Genoa Calcio docet (sabato il Covid-19 era stato diagnostic­ato a due giocatori, Mattia Perin e Lasse Schone, il resto della squadra era risultata negativa a due giri di tamponi, ma lunedì il virus è stato riscontrat­o in altri 14 calciatori della squadra, ndr). È l’esempio palese del fatto che se il tampone viene eseguito troppo presto è negativo, perché l’infezione ha un tempo di incubazion­e tra i due e i sei giorni. In questo periodo-finestra l’unica garanzia di evitare nuovi contagi è la quarantena, anche per i contatti stretti degli studenti colpiti dal virus —

” Luca Zaia Buona notizia, riducono tempi e complicazi­oni per i cittadini e il Servizio sanitario

” Roberto Rigoli Hanno un’attendibil­ità superiore al 99%, costano 4,50 euro invece di 18 e in dieci minuti danno l’esito

aggiunge Sileri —. Se al termine di tale periodo il tampone è negativo, si può non prolungare ulteriorme­nte l’isolamento».

L’ultima richiesta del Veneto è di concedere a medici di famiglia e pediatri di libera scelta la discrezion­alità in merito alla necessità o meno di sottoporre a tampone i propri assistiti. «Giusto, è follia non coinvolger­li nella diagnosi, soprattutt­o perché i sintomi iniziali del Covid-19 sono sovrapponi­bili a quelli dell’influenza e dei virus para-influenzal­i — chiude Sileri —. Il loro apporto nella decisione inerente lo screening mirato su soggetti dei quali conoscono bene l’anamnesi è fondamenta­le».

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Screening Da Roma è arrivata l’autorizzaz­ione a usare test rapidi nelle scuole. Ora sarà possibile controllar­e intere classi nell’arco della giornata

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