Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Scuola, via ai test rapidi
Sì del Comitato tecnico scientifico dopo la richiesta del Veneto. Sileri: ma la quarantena resta Il sottosegretario alla Salute concorda anche sull’introduzione del medico in classe per gestire lo screening
Dopo la richiesta presentata lunedì dal governatore Luca Zaia, il Comitato tecnico scientifico nazionale ha dato il via libera all’uso dei tamponi rapidi nelle scuole, «per la sola attività di screening». Che potrebbe essere fatto direttamente negli istituti. «Dove i Dipartimenti di Prevenzione riescano a organizzarsi in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodurre il medico scolastico» spiega in tal senso il sottosegretario alla Salute, Sileri. Che invece ribadisce il no del governo a un’ipotesi di stop alla quarantena.
A 24 ore dalla richiesta presentata dal governatore Luca Zaia, il Comitato tecnico scientifico nazionale ha dato il via libera ai tamponi rapidi a scuola, per lo screening anti-coronavirus. La circolare emanata ieri dal professor Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, sottolinea infatti «l’utilità dei test antigenici rapidi come strumento di prevenzione nell’ambito del sistema scolastico». Sdoganati quest’estate dal Veneto, i tamponi rapidi vengono inseriti solo nel naso e non anche in gola come quelli molecolari, costano meno (4,50 euro contro 18/25) e garantiscono l’esito in 10 minuti, a fronte delle tre ore richieste dall’altro metodo.
«La validazione da parte del Cts è una buona notizia — commenta Zaia — significa ridurre tempi e complicazioni, sia per il Sistema sanitario che per i cittadini. Il tampone rapido fornisce l’esito sul posto, senza bisogno del laboratorio. E poi, spero quanto prima, potremo entrare in classe con i nostri sanitari, evitando così le lunghe code in ambulatorio». Dopo averne effettuati oltre 25mila, 3486 dei quali «in doppio» cioè con la controprova del tampone tradizionale, il dottor Roberto Rigoli, coordinatore delle 14 Microbiologie del Veneto, ha accertato un grado di affidabilità dei tamponi rapidi tra il 99,28% e il 99,52%. Sulla base di tali dati, il governatore ha anche proposto al ministero di farli fare direttamente in classe dai camici bianchi delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale attivate da ogni Regione (nel Veneto sono un centinaio) per affiancare i medici di famiglia nell’emergenza Covid-19.
«I tamponi rapidi sono fondamentali per aumentare la potenza di fuoco nel contrasto all’epidemia — spiega Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute e medico — ed è giusto utilizzarli. Sono più affidabili dei test pungi-dito e su popolazioni vaste, come quella scolastica, hanno una buona resa». Riguardo l’eventualità di eseguirli in aula, Sileri ragiona: «È possibile farlo dove i Dipartimenti di Prevenzione riescano a organizzarsi in tal senso. Ecco perché appoggiamo l’idea di reintrodurre il medico scolastico, che effettui il servizio di sorveglianza sanitaria e che nel caso specifico potrebbe gestire lo screening in più istituti». Il Veneto vorrebbe poi evitare la quarantena, se negativi al tampone, ai compagni di classe degli alunni risultati positivi. «Su questo punto non posso concordare — dice il viceministro — abbiamo appurato proprio in queste ore che l’isolamento non può essere evitato, il caso del Genoa Calcio docet (sabato il Covid-19 era stato diagnosticato a due giocatori, Mattia Perin e Lasse Schone, il resto della squadra era risultata negativa a due giri di tamponi, ma lunedì il virus è stato riscontrato in altri 14 calciatori della squadra, ndr). È l’esempio palese del fatto che se il tampone viene eseguito troppo presto è negativo, perché l’infezione ha un tempo di incubazione tra i due e i sei giorni. In questo periodo-finestra l’unica garanzia di evitare nuovi contagi è la quarantena, anche per i contatti stretti degli studenti colpiti dal virus —
” Luca Zaia Buona notizia, riducono tempi e complicazioni per i cittadini e il Servizio sanitario
” Roberto Rigoli Hanno un’attendibilità superiore al 99%, costano 4,50 euro invece di 18 e in dieci minuti danno l’esito
aggiunge Sileri —. Se al termine di tale periodo il tampone è negativo, si può non prolungare ulteriormente l’isolamento».
L’ultima richiesta del Veneto è di concedere a medici di famiglia e pediatri di libera scelta la discrezionalità in merito alla necessità o meno di sottoporre a tampone i propri assistiti. «Giusto, è follia non coinvolgerli nella diagnosi, soprattutto perché i sintomi iniziali del Covid-19 sono sovrapponibili a quelli dell’influenza e dei virus para-influenzali — chiude Sileri —. Il loro apporto nella decisione inerente lo screening mirato su soggetti dei quali conoscono bene l’anamnesi è fondamentale».