Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
«Zaia e Brugnaro asset nazionali»
«Sia Luca Zaia che Luigi Brugnaro saranno due risorse preziosissime a livello nazionale», dice Matteo Salvini tornato in Veneto per dare la spallata ai due ballottaggi che contano, Castelfranco e Portogruaro, ma anche per passare all’incasso mediatico incontrando il mini esercito dei 35 consiglieri regionali «leghisti». E guai a chi tenta di tornare sulla lista Zaia in grado di asfaltare la lista del Carroccio. «Ho incontrato spiega Salvini - 35 consiglieri regionali con in tasca la tessera della Lega». Segue foto di rito che 35 sono davvero un bel colpo d’occhio. La narrazione è tutto, spiegano quelli del ramo, e la narrazione, fin dalla sera del 21 settembre è questa: nessuna frizione, tutti vincitori. Così non stupisce la foto ricordo di «Luca e Matteo», vista Canal Grande , pubblicata dal segretario federale su Instagram in cui i gemelli diversi della Lega sorridono abbracciati dietro le mascherine.
Poco prima Salvini ha incontrato anche Luigi Brugnaro, sindaco rieletto «nonostante la parata di ministri arrivati in città» come non manca di sottolineare il segretario. Per «Luca e Luigi», a più riprese, parole d’elogio fino alla dichiarazione sibillina: «Sono entrambi due risorse preziosissime a livello nazionale». La suggestione è un governo di centrodestra con i due veneti più popolari come ministri. A mitigare l’encomio, però, ci pensa lo stesso Salvini che ripete, anche qui secondo la formula repetita iuvant: «Abbiamo iniziato un percorso che si concluderà fra cinque anni. Stiamo già ragionando su cosa fare: le Olimpiadi del 2026 saranno il fantastico coronamento di questo percorso, poi fra cinque anni dovremmo fare meglio del 76% di questa volta». Ai giornalisti che insistono su possibili ruoli governativi, il segretario della Lega risponde: «Entrambi sono appena stati rieletti governatore e sindaco e hanno 5 anni davanti». Insomma, pare che il lustro sia l’unità di misura della pacifica convivenza, soprattutto con Zaia che, altrettanto adamantino ripete che ha preso un impegno con i veneti.
In laguna, ieri mattina, è andata in scena l’«epopea lombardo-veneta» per dirla con le parole dello stesso Salvini. Alle 9, di buon mattino, il segretario ha reso omaggio all’ultimo doge a Palazzo Balbi, una «chiacchierata», spiega Zaia con «analisi del voto inclusa, perché è stata una bella vittoria». «Abbiamo parlato del fatto d’essere sempre più inclusivi verso chi vuole avvicinarsi al partito spiega il governatore- e di come questa amministrazione sia un riferimento importante per il partito». Alle 10.30 un direttorio volante che Zaia definisce «fra sorrisi e battute, un po’ la marcia trionfale dei commissari provinciali che hanno raccontato com’è andata». Alle 11 l’incontro con Brugnaro e poi quello, all’hotel Monaco, un passo dai fasti di piazza San Marco, con i neo consiglieri che già oggi Salvini rivedrà a Roma per una plenaria con tutti i leghisti eletti nelle 7 regioni fresche di elezione. Salvini, nel frattempo, dà i numeri del partito nella regione in cui la Lega, con Zaia, vince a valanga: «Qui abbiamo superato i 160 sindaci e sul tesseramento, entro metà novembre, mi accontenterei di salire da 14 mila e 20 mila». Di fatto, con l’en plein veneto, la débâcle toscana e il nulla di fatto pugliese e campano, si archivia la stagione elettorale per un paio d’anni visto che sul tappeto restano giusto Roma e Torino. Tempo, dice Salvini, di superare la fase commissariale e di tornare ad eleggere, nell’ordine, segretari di sezione, provinciali e, infine, regionali. Con che tempi? Entro l’inverno i segretari delle sezioni locali, entro la primavera i vertici provinciali ed entro l’estate quelli regionali. A chi gli chiede quando si vedrà un congresso federale, il segretario risponde con una battuta: «Nel 2038». Oggi, intanto, è convocata la Stato Regioni di cui la Lega chiederà la presidenza. A Zaia? «Abbiamo molte opzioni - taglia corto Salvini - con Luca ne abbiamo parlato ma la decisione, oneri e onori, è del segretario». E l’autonomia? Salvini spiega che quand’era al governo «i 5s non hanno ceduto mai sul centralismo e questo è uno dei motivi per cui abbiamo messo fine all’alleanza».
” Salvini
Per il 2020 voglio chiudere in Veneto un tesseramento record: 20 mila iscritti. Ed entro l’estate via i commissari, i militanti eleggeranno i segretari