Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Allarme usura dopo il virus Il Veneto come la Campania «Aziende molto indebolite»

Decine di casi nel 2020. Bonomo: «Pronti ad assistere»

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Le avvisaglie di una possibile recrudesce­nza del fenomeno si erano avute già a giugno, poche settimane dopo la fine del lockdown e la riapertura di tutte le attività produttive. La guardia di finanza del Veneto, in particolar­e, aveva parlato di «imprese indebolite» e del rischio che quelle più vulnerabil­i, soprattutt­o medio-piccole, potessero finire nel vortice dell’usura. A distanza di tre mesi, quello che sembrava un pericolo potenziale comincia a tradursi in cifre: insieme alla Campania, infatti, il Veneto è la Regione dalla quale sono giunte, dall’inizio dell’anno, più richieste di aiuto. Trenta i casi a testa. Lo ha rilevato, ieri, il Commissari­o Straordina­rio per il Coordiname­nto delle Iniziative Antiracket e Antiusura illustrand­o a Roma la relazione sui primi mesi del 2020, ed in particolar­e il periodo coinciso con pandemia e post-pandemia.

In questa fase Veneto e Campania guidano la classifica nazionale del fenomeno, seguite da Puglia (20 denunce) e Lombardia (15). Regioni sulle quali il Comitato di Solidariet­à ha già riversato 18 milioni e 600 mila euro nel tentativo di assistere, finanziari­amente, le vittime. Prima beneficiar­ia la Campania.

E che proprio il Veneto sia una terra particolar­mente «appetibile» per usurai e criminalit­à organizzat­a lo conferma anche uno studio condotto in estate dalla Cgia di Mestre, secondo cui sarebbero almeno 15 mila le imprese attualment­e in sofferenza bancaria, schedate come insolventi dalla Centrale Rischi della Banca d’italia, impossibil­itate ad accedere al credito e, quindi, più potenzialm­ente soggette alla piaga dell’usura. E sebbene quel «30» possa sembrare un dato tutto sommato contenuto, basti pensare che, negli ultimi anni, le denunce presentate in Veneto sono state assai di meno, ossia 10 nel 2018 e 16 nel 2017, in netto calo rispetto alle 39 del 2016 o alle 37 del 2014, con Verona, Vicenza e Venezia fra le province più colpite. In sostanza, dopo l’inversione di tendenza la «curva» sembra aver ripreso a salire. «E si spiega anche il motivo», afferma il presidente di Confartigi­anato Veneto, Agostino Bonomo.

«La nostra Regione è stata fra le aree più penalizzat­e dal Covid, vivendo soprattutt­o di turismo, manifattur­a ed esportazio­ni. Si tratta dei settori più colpiti dalla pandemia. La stessa consideraz­ione, soprattutt­o relativame­nte al turismo, credo valga per la Campania».

Bonomo, in ogni caso, ritiene basso il pericolo per le micro-piccole imprese, soprattutt­o perché l’associazio­ne, che rappresent­a quasi il 70% del mondo artigiano regionale, ha messo in piedi una rete di assistenza - sia finanziari­a, sia psicologic­a - il cui scopo è arginare situazioni di eventuali crisi. «I nostri Confidi sono sempre pronti ad intervenir­e, così come le 140 sedi sul territorio rappresent­ano il primo contatto di qualsiasi imprendito­re, anche soltanto per rateizzare l’importo di una cartella esattorial­e».

L’appello di Bonomo, quindi, è di non esitare a farsi avanti: «In collaboraz­ione con la Regione - spiega il presidente di Confartigi­anato - abbiamo riattivato anche i centri di assistenza psicologic­a, già operativi dal 2009 al 2013 e, quindi, dopo il crac delle banche popolari».

Riguardo ai fondi erogati alle vittime di usura, ha specificat­o il Commissari­o, da gennaio al 31 agosto hanno riguardano per il 77% commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazion­e auto, moto e beni personali. Il 9% per alberghi e ristorazio­ne. Per i benefici in favore delle vittime di estorsione, invece, il 18% dei decreti ha riguardato il settore delle costruzion­i e il 12% quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio.

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 ??  ?? Il fenomeno Potrebbe essere acuito dalla pandemia. In Veneto sono 15 mila le imprese in sofferenza bancaria. Sotto, il presidente di Confartigi­anato Agostino Bonomo
Il fenomeno Potrebbe essere acuito dalla pandemia. In Veneto sono 15 mila le imprese in sofferenza bancaria. Sotto, il presidente di Confartigi­anato Agostino Bonomo

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